La Raggi crede nel ballottaggio. E rivendica la sua differenza dal Pd che dopo aver governato Roma ha lasciato solo macerie

La sindaca rivendica la sua differenza dal Pd che dopo aver governato Roma ha lasciato solo macerie e ora pretende di fare la morale

La Raggi crede nel ballottaggio. E rivendica la sua differenza dal Pd che dopo aver governato Roma ha lasciato solo macerie

“Sono molto serena. Le alleanze si fanno sui programmi con i cittadini. A livello governativo + andata così mentre a livello romano questo non è possibile perché abbiamo ricette riverse. Su Atac ad esempio: noi abbiamo avviato le manutenzioni, acquistato 900 mezzi e fatto in modo che il servizio pubblico rimanesse pubblico, mentre il Pd lo voleva privatizzare. Questo è solo uno dei punti”, lo dice Virginia Raggi intervistata alla Festa del Fatto Quotidiano. “Se il Pd credesse in queste mie ricette perfetto, che mi seguano. Voi avete lasciato l’azienda del trasporto pubblico con oltre 1 miliardo e 200 milioni di debito”, conclude.

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“Io penso di avere tutte la carte per andare a ballottaggio. Ho lavorato per il bene di Roma in questi anni e penso di aver dimostrato che la macchina amministrativa sia ripartita dopo il Covid. Nonostante non abbiamo avuto un euro neanche quando l’ex ministro deteneva il cordone della borsa. Tutti i soldi che abbiamo trovato li abbiamo spesi”, sostiene la sindaca. “In base al programma tutti gli elettori anche quelli del Pd valuteranno cosa votare” taglia corto la Raggi.

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BILANCI FALSI

“I bilanci di Roma erano falsi dal 2003 e fino a quando non sono arrivata io nessuno se ne era accorto. Abbiamo finanziato con 250 milioni di euro. Abbiamo fatto nuove assunzioni, anche tra spazzini e operatori e abbiamo in acquisto un terreno per costruire un nuovo impianto stiamo facendo i progetti esecutivi anche per costruire diciassette nuove isole ecologiche. Abbiamo messo i conti in ordine dell’azienda Ama e abbiamo fatto un piano da 340 milioni euro per questa municipalizzata. Ricordiamoci poi che in Regione c’è una discarica e mezzo mentre in Lombardia ci sono trenta tra discariche e imprenditori. I camion e spazzini non sanno dove portarli perché non ci sono impianti ed è evidente che questa catena si blocchi a monte. Il sindaco non apre le discariche e non ci son siti tecnicamente idonei adatti a ospitare rifiuti”, conclude la grillina.

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