Il Governo, dopo le parole del premier, è determinato a procedere sull’estensione del Green Pass. E sull’obbligo di vaccinazione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che nei “prossimi giorni” arriveranno “decisioni” per “una estensione del certificato ad altri ambiti della vita delle persone”. Il ministro di Leu ha spiegato anche che non è preclusa la possibilità di poter utilizzare l’obbligo di vaccinazione, “che già esiste per il personale sanitario e che la Costituzione consente con iniziativa legislativa e che noi riteniamo sia uno strumento a disposizione del Parlamento e del governo nel caso in cui ciò dovesse essere necessario”.
Entro la metà di settembre, quindi, potrebbe essere fissata la cabina di regia per valutare nuovi possibili ambiti di applicazione a cominciare dai dipendenti pubblici. Su un utilizzo esteso del certificato si è detto favorevole l’ex premier Giuseppe Conte che ha lanciato una sorta di appello in tema di vaccinazione: “Pregherei tutti gli esponenti politici di prendere posizione in modo molto chiaro perché il vaccino è l’unica via per superare questa situazione. Sull’obbligatorietà dobbiamo spingere in tutte quelle situazioni dove ci sono assembramenti”.
Ma sull’obbligo vaccinale (a cui si oppone) non intende deporre le armi il leader della Lega, Matteo Salvini, che rilancia: “L’abbiamo proposto in commissione e ce lo hanno bocciato ma lo riproporremo in Aula: se tu Stato, non dico mi imponi ma fai di tutto per portarmi a vaccinare, io dico: ‘Bene, ma se ci sono dei danni conseguenti, mi risarcisci’”. Intanto le parole del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulla possibilità di abbassare le mascherine nelle classi dove tutti gli studenti sono vaccinati hanno provocato una scia di polemiche.
Il rischio, denunciano i presidi, è che possa esserci emarginazione nei confronti dei giovani che non saranno, o non potranno essere, vaccinati. Prudente sull’ipotesi anche la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia. “Il ministro – spiega – non ha detto che si farà, ma è un auspicio affinché si possa fare. Chiaramente questo è possibile solo dopo l’emanazione di linee guida che devono ancora scriversi, e io auspico, proprio per evitare discriminazioni o criticità all’interno della scuola, che si emanino solo dopo interlocuzioni importanti e attente col Garante della privacy, con le autorità sanitarie”.