Quella del salario minimo è da sempre una battaglia dei Cinque Stelle (leggi articolo), che nel tempo ha visto accodarsi in molti, fino alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. È però in Italia che non si riesce a fare un solo passo per mettere un freno allo sfruttamento e al dumping salariale.
Dall’archivio: Il Reddito di cittadinanza resta. Ed è ora del salario minimo. Parla l’ex ministra Cinque Stelle, Catalfo: “Occorre una soglia minima di nove euro all’ora”.
Così sono andate a vuoto battaglie disegni e disegni di legge, come quello presentato dall’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, per introdurre una soglia minima inderogabile di salario, fissata in almeno 9 euro l’ora. Un tema che invece fa breccia in altri Paesi, come la Spagna, dove il governo di Centrosinistra si è impegnato ad approvare entro questo autunno “un aumento immediato” del salario minimo. Ovvero della misura che stabilisce la barriera remunerativa sotto la quale la paga di un lavoratore è considerata illegale.
AUMENTI SUBITO
A metterci la faccia è stato lo stesso premier Pedro Sanchez in un discorso di presentazione dei piani del governo dopo la sosta estiva. Attualmente il salario minimo in Spagna è di 950 euro al mese. E l’Esecutivo di Madrid ha proposto di incrementare questa somma all’interno di una forbice che va dai 12 ai 19 euro già per quest’anno. Le posizioni di partenza di sindacati e imprenditori sono opposte: Ugt, una delle principali organizzazioni sindacali, chiede che l’aumento sia di almeno 25 euro, mentre la Confindustria iberica non vorrebbe che il salario minimo aumentasse proprio in questo momento.
Ieri si è conclusa una riunione tra il ministero del Lavoro e le parti sociali senza essere riusciti a trovare un accordo. Ma Sanchez non molla. Le parti si riaggiorneranno in un nuovo vertice già fissato dal governo per lunedì prossimo. Nel suo intervento il premier spagnolo ha affermato che le priorità del suo governo — formato da una coalizione tra il Partito Socialista e Unidas Podemos e rinnovato a luglio con un rimpasto storico — sono quelle di “far coincidere la ripresa economica” dopo la pandemia “con più giustizia sociale”, attraverso “l’unità di attori pubblici e privati” e “avanzare con un’agenda riformista grazie ai fondi europei”.
I 5S NON MOLLANO
“La volontà del governo spagnolo è certamente condivisibile, ancor più in un momento come questo. L’Italia è uno dei pochissimi paesi europei in cui non è previsto alcun salario minimo: la sua istituzione, come ribadito anche da Giuseppe Conte, resta un nostro obiettivo primario” dice a La Notizia Sebastiano Cubeddu, deputato M5S della commissione Lavoro.
Dall’archivio: Pressing M5S sul salario minimo. Battaglia di giustizia sociale. Il Movimento spinge l’attuazione della direttiva Ue. L’obiettivo resta la retribuzione di almeno 9 euro l’ora.
“A chi sostiene che l’osservanza di un minimo salariale potrebbe comportare, almeno in una prima fase, un incremento dei costi del lavoro per le imprese, ricordo che in base agli studi condotti dalla Commissione europea tale aumento verrebbe in gran parte compensato da un incremento dei consumi da parte dei lavoratori a basso salario, così da sostenere la domanda interna” prosegue il 5S. “Ad aprile – spiega – fra le osservazioni al parere della commissione Lavoro della Camera sulla proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’Ue, abbiamo inserito l’opportunità di prevedere a livello nazionale una soglia minima inderogabile per evitare la corsa al ribasso delle paghe, lasciando comunque alla contrattazione collettiva la regolazione delle voci retributive e rafforzando quindi il ruolo del contratto collettivo. Principi in linea con la nostra proposta a firma di Nunzia Catalfo. Ora bisogna accelerare la sua discussione e approvarla quanto prima”.