L’attacco questa volta è diretto: come un leghista qualunque il presidente della Confindustria Carlo Bonomi ieri ha sparato contro il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, colpevole di voler frenare le imprese che prendono milioni di euro di contributi dallo Stato e poi delocalizzano le attività industriali all’estero, dove il costo del lavoro è più basso. Un giochino a cui l’Associazione degli industriali non intende rinunciare, e pertanto tra via dell’Astronomia e le forze politiche determinate a mettere fine a questa cuccagna (oltre il Pd ci sono anche i 5 Stelle con la sottosegretaria Alessandra Todde) è guerra aperta. In un’intervista all’Huffingon Post, Bonomi ha anche negato che esista la possibilità di licenziare via Whatsapp, mail o sms, come è successo nelle scorse settimane e citando espressamente Orlando e la Todde ha “dedotto” che stiano facendo “propaganda anti-impresa”.
La REPLICA
Immediata la risposta del Pd. “Il presidente di Confindustria, invece di rivolgere attacchi sguaiati al ministro Andrea Orlando dovrebbe preoccuparsi di chiedere alle imprese di rispettare l’accordo sui licenziamenti sottoscritto con i sindacati davanti al presidente Draghi e già tradito in diversi casi”, ha scritto su Facebook il vicesegretario dem Peppe Provenzano. “In due anni i governi Conte-bis e Draghi hanno stanziato per le imprese 115 miliardi tra aiuti diretti, sgravi fiscali e misure di settore”, ha aggiunto Antonio Misiani.