Sembrava tutto scritto e invece la Sicilia potrebbe sfangarla, restando in zona bianca. Alla vigilia della riunione della cabina di regia che oggi deciderà la sorte della regione guidata da Nello Musumeci, filtra ottimismo in quanto i dati in mano agli esperti sarebbero per alcuni decimali diversi da quelli divulgati dall’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Discrepanze tutt’altro che irrilevanti perché, se confermate, eviterebbero all’Isola di cambiare colore nel pieno della stagione turistica.
Che la situazione sia tutt’altro che definita come si pensava martedì, quando Agenas ha pubblicato numeri spaventosi, lo si capisce anche dall’indiscrezione secondo cui al ministero della Salute, almeno al momento, non è in preparazione alcuna ordinanza che preveda il passaggio in zona gialla della Sicilia. Così quella che sembrava una flebile speranza, ora dopo ora sembra farsi sempre più concreta anche se l’ultima parola spetta alla cabina di regia. Quel che è certo è che sulla Sicilia pesa come un macigno il fatto che, tra tutte le Regioni, resta il fanalino di coda in fatto di somministrazioni tanto che sono circa 5 milioni e mezzo le dosi anti-Covid somministrate a fronte di poco più di 6,1 milioni consegnate (qui il report).
Un dato che la porta, ormai da giorni, a svettare per nuovi casi positivi, circa un migliaio al giorno, e per numeri di ricoveri con sintomi come anche – e soprattutto – per occupazione delle terapie intensive. Numeri alla mano circa il 90% delle persone ricoverate non risulta vaccinato nemmeno con la prima dose e ciò conferma come il completamento del ciclo vaccinale doveva essere tra gli obiettivi della Regione.
GIALLO SUI NUMERI. Eppure in queste ore si sta consumando quello che appare un giallo con i dati contrastanti diramati da Agenas, in cui tutti gli indicatori sforavano le soglie, e quelli in mano alla cabina di regia. Secondo quanto si apprende la Regione non avrebbe sforato il 10% dei posti letto in terapia intensiva al contrario di quanto rilevato da Agenas secondo cui il valore si assesterebbe all’11%. Una differenza che, spiegano dal ministero, deriva dal fatto che i dati dell’agenzia non sono aggiornati in tempo reale, a differenza del flusso che arriva al ministero, rispetto all’aumento dei posti letto che nel frattempo vengono attivati e che riducono la percentuale di quelli occupati rispetto a quelli disponibili.
Per effetto di ciò, seppur di pochissimo, il valore sarebbe appena sotto la soglia del 10%. Nessuna differenza, invece, per gli altri due indicatori che restano sopra soglia: i posti letto ordinari occupati sono al 17% rispetto a una soglia fissata al 15% mentre l’incidenza è a 140 casi per 100mila abitanti su una soglia di 50. Insomma si tratta di una questione matematica più che di sostanza. Ma i problemi restano inalterati e potrebbero ripresentarsi tra sette giorni. Lo sa bene il capogruppo di M5S all’Assemblea regionale della Sicilia, Giovanni Di Carlo, secondo cui: “Il vero giallo, a questo punto, non è il colore che la Sicilia prenderà a breve ma che Musumeci sia ancora al suo posto dopo aver fallito su tutta la linea. Dovrebbe dimettersi, se ha a cuore la Sicilia”.
Secondo il 5S “la legislatura di Musumeci è un rosario di fallimenti: sui vaccini, sui contagi, sugli incendi, sui rifiuti, sui ristori che non arrivano, sui buchi di bilancio, sull’ambiente con sanatorie scandalo”. Ma nonostante ciò, conclude Di Carlo, “l’assurdo è che non puoi neanche permetterti di contestare il suo operato: se lo fai sei solo uno sciacallo” nonostante “siamo i primi per contagi, ultimi per vaccini e saremo i primi a tornare in giallo”.