Di segnali di allarme ce ne sono stati diversi. Ed è forse anche per questo che Giuseppe Conte, dopo l’investitura ufficiale degli attivisti, sarebbe già al lavoro con i suoi più stretti collaboratori per stabilire la linea da prendere con i pentastellati locali. Perché se a livello parlamentare la squadra M5S si è prontamente ricompattata, il difficile verrà con le questioni legate alle amministrazioni e alle eventuali alleanze sul territorio. Nel dettaglio le avvisaglie sono arrivate prima dalla Sicilia e poi, in maniera ancora più concreta, da Gragnano, in Campania.
Partiamo dalla prima. A metà luglio a lanciare l’idea di una “modello Draghi” e dunque di una coalizione allargata non solo al Pd, ma anche a Italia viva e a Forza Italia (ed eventualmente anche alla Lega) è stato il sottosegretario (sempre più odiato nelle retrovie pentastellate) Giancarlo Cancelleri: “Adesso – osserva il grillino che già si era distinto per aver ‘aperto’ alla possibilità del Ponte sullo Stretto – bisogna rilanciare la Sicilia. Smettiamo di pensare alle casacche: chiamiamolo ‘modello Draghi’ o ‘modello Ursula’, chiamiamolo come vogliamo ma nella prossima legislatura abbandoniamo le divisioni”. Una proposta che dal Pd a Forza Italia trova diverse porte aperte, ma non tra i Cinque stelle che hanno subito detto “no, grazie”.
Eppure in giro per l’Italia pare proprio che qualcuno la pensi come Cancelleri. A Gragnano, in vista delle elezioni comunali, il M5S ha deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Paolo Cimmino che abbraccia, oltre al Pd, anche l’area di Forza Italia vicina al capogruppo regionale Annarita Patriarca. Quella che fino a qualche mese fa i pentastellati avrebbero chiamato con una certa dose di disprezzo “ammucchiata”, ora sembra piacere a qualcuno.
LA ROAD MAP. Ed è anche per questo che Conte non può più rimandare quel che avrebbe preferito affrontare quantomeno dopo l’impegno delle elezioni amministrative. La linea, condivisa anche dai parlamentari, è però chiara: sì al progetto anche sul territorio di un’alleanza “progressista” e dunque aperta anche a Pd e Leu, assolutamente no ad altre idee e iniziative che non incontreranno il favore della dirigenza. Anche per questo è fondamentale, dicono oggi diversi senatori e deputati che devono rispondere anche alle tante esigenze che arrivano dal territorio, occorre tracciare una road map che sia chiara a tutti. Ottenuta l’investitura dal voto degli iscritti come leader del M5S, dopo la pausa di Ferragosto Conte sarà atteso da due scadenze ravvicinate: la compilazione delle liste del Movimento in vista delle amministrative e la creazione del nuovo gruppo dirigente a 5 stelle.
Due partite da giocare che inevitabilmente si incroceranno col dibattito politico di settembre che potrebbe ruotare attorno alla possibile modifica del reddito di cittadinanza, un provvedimento simbolo del Movimento. Insomma, non certo un autunno facile per l’ex premier. Che tuttavia punterà proprio sulle amministrative per imprimere la svolta decisiva al Movimento anche in ambito locale: la tornata sarà caratterizzata da un’alleanza organica tra Pd, M5S e Leu, anche se non su tutti i territori. A Napoli la coalizione sostiene l’ex ministro del governo Conte bis Gaetano Manfredi, a Bologna l’assessore uscente Matteo Lepore e per la Calabria la dottoressa Amalia Bruni. “Nessuna fuga in avanti sarà accettata”, fanno sapere dallo staff di Conte. Segno, però, che qualche preoccupazione forse c’è.