Proposte di legge per renderne l’uso più difficile, forte enfatizzazione degli incidenti sui giornali (in particolare quelli di destra), ripartenza sui Social e nel circuito mediatico di un dibattito che punta a discriminare i monopattini, e in particolare quelli in sharing. Malgrado i segni dei cambiamenti climatici siano sotto gli occhi di tutti, in Italia monta un dibattito che rischia di discriminare un mercato importante nell’era dell’economia sostenibile.
La sharing mobility, infatti, è in tutto il mondo il modello su cui le municipalità hanno disegnato un servizio di trasporti a basso impatto ambientale e che va incontro alle esigenze di sostenibilità economica delle città e dei cittadini. Oggi il ruolo della mobilità in sharing, integrata con i servizi pubblici, è imprescindibile ed è la rappresentazione di una società che fa della condivisione la chiave per una vita più sostenibile. Tra i mezzi più utilizzati ci sono anche i monopattini che hanno avuto negli ultimi due anni una impennata di condivisioni grazie agli oltre 42 mila mezzi in oltre 40 città della Penisola.
Un mercato che pur giovane è già diventato fondamentale per le città, con molte questioni legate alla sicurezza già affrontate e superate, e altre che potranno essere affrontate, ma senza mettere i servizi in discussione. “Il monopattino in sharing – ha detto Matteo Tanzilli, presidente di Assosharing – oltre ad avere sempre copertura assicurativa, è tra i mezzi più controllati in città. L’indice degli incidenti per corse effettuate nel 2020 è molto basso, si attesta attorno allo 0,004%”. Ciò nonostante gli operatori si sono detti disponibili a contribuire al processo di regolamentazione con proposte e tecnologie.
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