“Se vogliamo sopravvivere dobbiamo avere il coraggio di attuare cambiamenti radicali, decisivi, senza remore e senza timore”. Più che chiaro il messaggio che la senatrice del Movimento cinque stelle e membro della commissione Ambiente a Palazzo Madama Emma Pavanelli manda dopo l’inquietante allarme dell’Onu sul riscaldamento globale.
Un messaggio diretto anche e soprattutto al governo Draghi dato che, nonostante il ministero per la Transizione ecologica, in fatto di ambiente “bisogna osare di più, puntare sull’economia circolare, il che significa creare nuove imprese e migliaia di nuovi posti di lavoro. Bisogna creare un sistema nazionale per l’uso delle cosiddette materie ‘prime seconde’”. Magari iniziando con le risorse del Recovery Fund.
Partiamo dall’allarme dell’Onu, senatrice: o si adottano immediati provvedimenti oppure frenare il riscaldamento globale sarà un’impresa impossibile. Condivide quest’allerta?
É ormai evidente, l’allarme è confermato dai fatti. Dopo decenni di negazionismo e sottovalutazioni, dovuti a un’eccessiva influenza politica di certe lobby industriali, oggi tutti gli studi arrivano alla medesima conclusione: se vogliamo sopravvivere dobbiamo avere il coraggio di attuare cambiamenti radicali, decisivi, senza remore e senza timore.
Il fenomeno del riscaldamento globale riguarda tutto il mondo. C’è però da dire che nei summit internazionali – dal G8 al G20 – ogni volta si assumono impegni che nella maggior parte dei casi vengono disattesi. Perché secondo lei sull’ambiente c’è questo lassismo?
La globalizzazione ha generato un ventennio di aumento fuori controllo della produzione e con essa un forte incremento di emissioni di gas serra. Nonostante questo, molti Paesi continuano ancora a negare il problema. Fare politica significa avere una visione a medio e lungo periodo, ma molti decisori continuano a pensare solo al presente e a non voler cambiare le proprie abitudini.
Il governo Draghi è nato anche sull’impulso di una “transizione ecologica” che non a caso, proprio su spinta del Movimento, ha dato vita ad un nuovo ministero. Cosa finora l’ha soddisfatta e cosa invece ancora no?
Questo governo è nato con l’intento di gestire con rigore e con la massima vigilanza gli ingenti fondi del Next Generation EU. Per quanto riguarda la transizione ecologica dobbiamo ancora fare tantissimo.
Cosa, ad esempio?
Bisogna innanzitutto proseguire con le politiche sull’efficientamento energetico dell’edilizia privata, prolungando il superbonus 110% ed estenendolo anche all’edilizia pubblica. Serve poi un deciso cambio di marcia in tema di gestione dei rifiuti: la semplificazione delle autorizzazioni per bruciare rifiuti nei cementifici deciso dal governo non sono coerenti con le politiche europee sull’economia circolare né con le politiche verso la riduzione delle CO2.
Su quale fronte chiedete al governo uno scatto che ancora non c’è stato?
Bisogna osare di più, puntare sull’economia circolare, il che significa creare nuove imprese e migliaia di nuovi posti di lavoro. Bisogna creare un sistema nazionale per l’uso delle cosiddette materie ‘prime seconde’. Bisogna incrementare gli impianti per produrre compost, fondamentali per rigenerare il suolo. Bisogna fare in modo che le imprese abbiano interesse a fare tutte la loro parte di transizione ecologica riducendo consumi ed emissioni. Per una svolta sinceramente ambientalista oggi dobbiamo puntare non più all’economia verde ma all’economia blu. È fondamentale cambiare paradigma a tutti i livelli. Ognuno di noi deve fare cambiamenti, le imprese e la pubblica amministrazione devono fare vera transizione ecologica e non ‘green washing’. Ecco perché dobbiamo vigilare affinché i fondi del Pnrr siano spesi nel rispetto delle linee guida dell’Ue.
Crede che la leadership di Conte possa aiutare a dare un impulso ancora più netto alla “transizione ecologica”?
Il Presidente Conte è colui che più ha lavorato in Europa per avere questi fondi per la ripresa economica del nostro Paese. Conseguentemente la sua azione sarà sicuramente un grande impulso verso questo grande cambiamento che dobbiamo compiere insieme.