L'Editoriale

Le sparate di Salvini per esistere

Non bastasse il gran caldo che fa, Salvini e il suo cerchio magico stanno già surriscaldando il clima politico di settembre.

Le sparate di Salvini per esistere

Non bastasse il gran caldo che fa, Salvini e il suo cerchio magico stanno già surriscaldando il clima politico di settembre, quando il semestre bianco e poi le amministrative ce ne faranno vedere di tutti i colori. Incurante di stare al governo, ora ha ripreso a polemizzare con la Lamorgese, che lo ha sostituito al Viminale e solo per questo a Roma direbbero che sta ancora a rosica’.

Nel frattempo non si tralascia alcun fronte, come il Reddito di cittadinanza, sul quale va alla grande l’intesa con Renzi per ammainare una bandiera dei 5 Stelle, a prescindere dal fatto che migliaia di persone anche dietro casa loro, in Lombardia e Toscana, con questo aiuto ci campino. Perciò su una misura così centrale per i welfare i governatori leghisti si sentono poco, esattamente come si sono tenuti al largo dalla guerra al Green Pass, che per quanti limiti abbia è comunque un deterrente rispetto all’incertezza sui vaccini.

In tanto silenzio, ai fedelissimi del capo non resta che inventarsi nuovi fronti, anche surreali, purché monti la polemica e gli elettori pensino che a fare l’opposizione non è solo la Meloni. Ecco allora che a spararla grossa arriva un esperto del fuori misura, quel sottosegretario Durigon che senza vergogna propone di intitolare ad Arnaldo Mussolini il parco Falcone e Borsellino di Latina (leggi l’articolo).

Chi ricorda cos’è stato il fascismo e cos’era la destra che contrastava la mafia, e a cui Borsellino mostrò attenzione, annichilisce. Ma i tempi sono cambiati. E i partiti con i loro leader e capobastone ancora di più.