Davanti agli incendi e alle frane che anche in questi giorni stanno seminando distruzione e disperazione in Italia, lo Stato ha le armi spuntate. I canadair per combattere contro i roghi sono ormai dei rottami e, mentre si parla tanto di transizione ecologica e di green economy, le risorse a disposizione per far fronte al dissesto idrogeologico sono un quarto di quelle necessarie.
IL PUNTO. Audito in Commissione ambiente alla Camera (qui il video), il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha sottolineato che ‘’l’Italia è stata ed è tuttora spaccata in due’’ tra maltempo al nord e incendi al sud. Ma sui possibili rimedi arrivano subito le dolenti note. Lo stesso Curcio ha infatti specificato che la flotta aerea fondamentale per l’antincendio è da buttare.
“Va fatto un ragionamento da qui a qualche mese, anno – ha detto – in particolare per quello che riguarda i Canadair. La proprietà è del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e insieme a loro stiamo ragionando su che proposte fare per l’ammodernamento della flotta visto che siamo quasi a fine vita utile dei mezzi”. E non è quello l’unico problema.
Il capo della Protezione civile ha infatti anche sostenuto che per completare gli interventi connessi con gli eventi di protezione civile di dissesto idrogeologico, e tra l’altro non per tutti, ma solo per quelli per cui è stata fatta la dichiarazione d’emergenza, da ottobre 2019 a dicembre 2020 è stato censito un fabbisogno di 4 miliardi di euro lo Stato ha soddisfatto in linea di massima soltanto circa un miliardo, tra Fondo per le emergenze nazionali e Fondo di solidarietà europeo.
“Rimangono tre miliardi – ha affermato – suddivisi da una parte nei danni a privati e aziende, dall’altra nella riduzione del rischio residuo, quantificato in quasi un miliardo e mezzo”. Mentre la Sicilia continua a bruciare e il maltempo non dà tregua alla Lombardia, il capo dipartimento della Protezione civile ha assicurato che “sono centinaia le potenziali frane che si possono attivare e che sono anche mappate”.
“Questa ondata di maltempo – ha dichiarato – ha prodotto una serie di richieste da parte dei presidenti di Regione. Il Piemonte ha fatto richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale, così come la Lombardia e l’Emilia Romagna. Queste richieste sono attualmente in valutazione. Stiamo attendendo dalle regioni la prima documentazione e siamo disponibili anche a recarci sul posto per le verifiche”. Problemi dunque solo di risorse? No, anche di gestione. E a non funzionare per Curcio al momento è proprio quella statale.