A poco più di un mese dalla riapertura delle scuole siamo ancora a “Caro amico…”. Il piano per la ripresa delle lezioni in presenza finora esiste solo sulla carta (leggi l’articolo). Per lo più quella dei giornaloni che da settimane riversano fiumi d’inchiostro per annunciare le mirabolanti misure che il governo si appresta a varare (entro dopodomani) per dare l’addio all’odiata Dad.
Il 30 luglio scorso, per dire, Repubblica ci informava – tenetevi forte – che “durante la somministrazione dei pasti nelle mense scolastiche, gli operatori devono rispettare l’uso della mascherina”. Prima di sfoderare l’Armageddon: “Bisogna assicurare il rispetto delle ordinarie misure di areazione dei locali” grazie “all’apertura frequente delle finestre”.
Intanto il generale Figliuolo, che a marzo dichiarava di voler rompere le reni al Covid vaccinando “tutti gli italiani almeno entro l’estate”, lo scorso primo agosto ha dovuto fare i conti con la realtà: “Il 60 per cento degli italiani over 12 (tra i quali anche gli studenti che torneranno da settembre a popolare le aule scolastiche, ndr) ha completato il ciclo di vaccinazione”. E il restante 40 per cento?
Si vedrà, come per i circa 200mila non vaccinati tra professori e personale scolastico che ancora mancano all’appello. Insomma, si brancola nel buio. E anche tra i più convinti sostenitori del governo dei Migliori inizia a serpeggiare il dubbio. “Decisioni fumose sui trasporti, misure annunciate ma non realizzate su affollamento delle aule, protocolli di sicurezza, vaccinazione degli insegnanti e dei ragazzi”, vergava ieri, sebbene a pagina 39, la sua risposta alla lettera di un lettore, il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.
“Il ministro Bianchi mi appare molto concentrato sulla filosofia dell’istruzione piuttosto che impegnato nel produrre concretamente tutti i provvedimenti che servono”, ha aggiunto alla sua reprimenda. Roba che, in confronto, impallidirebbero pure i vituperati banchi a rotelle del governo Conte. E per una volta ci tocca dar ragione pure a Libero: Bianchi fa rimpiangere la Azzolina.