Esattamente un anno fa la “stampona” aveva preso di mira la ministra della scuola Lucia Azzolina per i banchi a rotelle e il Cts si esercitava nelle meraviglie della semantica creativa con le famose ”rime buccali” che nella mente degenerata dei burocrati significava la distanza di 1 metro tra gli alunni. Non c’era giorno che il governo Conte e la ministra non fossero impallinati da sberleffi e similari. Uno sport che destava, per nella pandemia in attesa della seconda ondata, ilarità vacanziera generalizzata. Idem per i trasporti dove si impallinavano bus, treni, corriere ed affini. Ebbene un anno è passato ed ora alla scuola c’è Patrizio Bianchi e di tale argomento se ne parla come di un mondo lontano, ancora sospeso nelle nebbie del dubbio sulle misure da prendere per settembre per riaprire in sicurezza. Nel frattempo presidi e docenti protestano per l’inerzia governativa e per il timore del ritorno della didattica a distanza. Il nuovo ministro dei trasporti Enrico Giovannini non risulta abbia ancora trovato alcuna soluzione innovativa e tutto prosegue in bonaccia e sottovento per esplodere – ne siamo sicuri – al ritorno dalle vacanze. Il decreto sul Green Pass su scuola e trasporti è stato rinviato in attesa di “nuovi dati”, come se non ce ne fossero già abbastanza.
Dunque il “governo dei migliori” non pare stia facendo niente di più del governo Conte anzi, le attività ristagnano. Tuttavia la ripresa annuale si avvicina e considerando che agosto è un mese di chiusura siamo già in clamoroso ritardo e siamo certi che a settembre partirà la consueta lagna sull’emergenza scuola e trasporti. Ma perché allora non se ne parla adesso invece di prendersi a legnate in aula-oltretutto quello che è successo è indecoroso-sulla giustizia? Draghi fa molta ammuina, ma non pare esserci consistenza nelle misure finora adottate che lasciano non solo perplessi gli analisti, ma scontenta la pubblica opinione che si accorge sempre di più che il fantomatico governo dei migliori è, in una benevola interpretazione, un governo di indecisi a tutti, per parafrasare un famoso detto di Ennio Flaiano, caratteristica del resto della italica schiatta. Resta anche il nodo della informazione. Ora la stampa nazionale tace – nel solito afflato governativo – e al di là di pochissime eccezioni, su quello che sta accadendo e così i cittadini si ritroveranno tutti i problemi di scuola e trasporti (e poi naturalmente ce ne sono anche molti altri) alla fine dell’estate, quando poi per intervenire sarà, come al solito, troppo tardi.
Ma così si stanno ponendo solide bassi per un autunno ed un inverno disastrosi, considerando anche che la pandemia accelererà, come già fatto, nei mesi autunnali e invernali. Ed allora è importante scriverne ora, così, quando il disastro sarà attuato, i responsabili non potranno dire che “non sapevano”. Perché, in realtà, essi non solo sanno benissimo, ma non stanno facendo assolutamente niente vuoi per ignavia, vuoi per sfaticatezza cronica, vuoi perché impegnati nella pratica nazionale del “benaltrismo”. In questa ottica Giuseppe Conte e i Cinque Stelle dovrebbero cominciare, come hanno già fatto con la giustizia, a rimarcare dei punti di diversità, non certo –per ora- da prospettiva di opposizione, ma per dare altri segnali al “barcaiolo” di Francoforte che non ha una delega in bianco e che il Movimento è ancora il partito di maggioranza relativa in Parlamento.