Dopo le tensioni e le critiche da parte del Movimento, alla fine sulla riforma della Giustizia è arrivato l’accordo. Ci sono volute interminabili ore, con una trattativa che sembrava destinata ad arenarsi (leggi qui) ma nel pomeriggio in Consiglio dei ministri è arrivato l’accordo, votato all’unanimità, tra i partiti della maggioranza sulle modifiche alla riforma della ministra Marta Cartabia che mette fine a una giornata complicata. L’intesa è arrivata sui reati con l’aggravante mafiosa dove, contrariamente a quanto inizialmente ipotizzato, viene previsto un termine transitorio di 6 anni per concludere il processo d’Appello, valido fino al 2024, che scenderà a 5 dal 2025. Per i processi per associazione di stampo mafioso e voto di scambio politico-mafioso, invece, le proroghe saranno “sine die”, ossia senza alcun tipo di tagliola.
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GIORNATA COMPLICATA
Che la strada fosse tutt’altro che spianato, era chiaro da tempo. La prima bozza con le proposte della guardasigilli non aveva convinto i grillini che, già nell’incontro con il leader in pectore Giuseppe Conte avevano manifestato forti dubbi. Proprio per questo era trapelata l’intenzione di astenersi dalla votazione della nuova proposta in Consiglio dei ministri. Mossa che si sarebbe potuta ripetere anche il 31 luglio quando il provvedimento sbarcherà alla Camera. Tensioni che sono immediatamente entrate nel Consiglio dei ministri che, infatti, è slittato di quasi tre ore. Al suo inizio, alle 14, inoltre mancavano i ministri grillini che erano ancora impegnati nel meeting con Conte. Terminato quest’ultimo, la delegazione grillina è entrata nel Cdm che, dopo poco, è stato sospeso. Quando la possibilità di un accordo sembrava ormai lontana, sottotraccia sono ripartite le trattative. Interlocuzioni frenetiche che, alla fine, hanno portato all’accordo e scongiurato una rottura che sarebbe stata impossibile da sanare.
LA POSIZIONE DEI 5S
“Non è la nostra riforma ma abbiamo contribuito a migliorarla”. Questo il commento dell’ex premier Conte al termine delle trattative. “Abbiamo detto che non si può transigere sui processi di mafia e terrorismo e lo abbiamo ottenuto”, ha commentato il leader in pectore del M5S. Lo stesso ha negato frizioni nel Movimento affermando: “Siamo una grande famiglia, esamineremo nei dettagli il testo e sono fiducioso che nella discussione generale saremo compatti”. A suo dire il Movimento ha ottenuto “miglioramenti che hanno omaggiato tutte le vittime della mafia. E poi, ancora, anche per tutti i processi ordinari è prevista la possibilità che il giudice giudicante possa stabilire un’ulteriore proroga di un anno in ragione della complessità del processo”.