Molte delle facce più note che ieri erano in piazza contro il Green Pass sono le stesse che un anno fa protestavano con gli stessi argomenti contro le mascherine, definite – vi ricordate? – insopportabili limitazioni della libertà. Ora Sgarbi, Paragone, i leghisti Borghi, Pillon e compagnia strillando hanno trovato un nuovo palcoscenico sul quale esibirsi con l’identico repertorio di scempiaggini, che parte dalla dittatura sanitaria e arriva al complotto di chissà chi per renderci cavie di pericolosissimi vaccini. Per questi paladini del diritto di sbattersene di ogni regola – anche la più piccola e limitata a tiraci fuori prima possibile da una pandemia – i concetti di collaborazione, sacrificio, rispetto del prossimo non esistono.
E cavalcando due mostri potentissimi – paura e ignoranza – non si fanno scrupolo di rallentare la fine di un incubo in cambio di qualche voto e un po’ di foraggio per il loro ego. D’altra parte, a coprire questi arruffapopolo senza altro da fare (tanto lo stipendione da parlamentare gli arriva comunque) fanno a gara dalla Lega all’estrema destra. E in nome della libertà di espressione, anche molta stampa ne decanta le gesta. Ma in un Paese che non riesce a riaprire le scuole, dove l’economia è ripartita ma è ancora fragile, e dove tante persone continuano a morire di Covid, una politica sana e un giornalismo responsabile non possono far finta di niente o fermarsi a commiserare questi irresponsabili. Perciò ognuno faccia come crede, ma per quanto mi riguarda io a questi signori dico chiaro: andatevene AFFANCULO!