Continuano sotto traccia le mediazioni sul testo della riforma Cartabia. “Tutti auspicano che i processi siano più brevi, ma non è attraverso un colpo di spugna che si risolve un problema atavico. Prevedere soltanto due anni per un processo d’appello e uno per la Cassazione, equivale a porre in essere un’amnistia per migliaia e migliaia di processi”. Questo quanto ha scritto su Facebook il vice presidente del gruppo M5S a Palazzo Madama, Gianluca Ferrara, parlando della riforma di Marta Cartabia. “Una norma del genere avrebbe messo a rischio processi complessi come quelli sulla strage ferroviaria di Viareggio, sul crollo del ponte Morandi, sulle torture compiute a Genova durante il G8 e persino quello sulla trattativa Stato Mafia” ha spiegato il senatore che, confermando le indiscrezioni delle ultime ore, fa sapere che “una mediazione possibile potrebbe consistere nel posticipare la riforma per sfoltire gli arretrati e permettere il massiccio incremento negli organici già previsto. Questo passaggio renderebbe i processi più celeri”. “Ma soprattutto eliminare, come del resto suggerito dal Csm, alcuni reati che non possono essere oggetto di improcedibilità. Penso, ad esempio, ai disastri ferroviari e ambientali, a quelli legati alla mafia. Le vittime e i loro familiari hanno il sacrosanto diritto di ricevere giustizia e questa non può venir meno per un mancato funzionamento del sistema” conclude Ferrara.
SALVINI SPERA NELLA ROTTURA. Ma se sul ddl penale tutti, a partire dal premier Mario Draghi, sperano in un accordo per approvare una riforma con una larga maggioranza, c’è chi sperano nel contrario. Se sulla riforma della Giustizia “Conte volesse uscire dal governo sarebbe una splendida notizia per gli italiani” fa sapere Matteo Salvini in un intervista a Libero in cui, tra le altre cose, è tornato a sottolineare come “la riforma Cartabia e i referendum sono complementari”.