Ormai è certo: ad ogni nuova “ondata” pandemica del Covid segue immediatamente una nuova “ondata” televisiva delle cosiddette Covid-Star, cioè di quegli una volta oscuri virologi da laboratorio che grazie al virus hanno trovato una sorta di droga per il loro Ego insaziabile. E così, scoperta la bellezza della ribalta televisiva, ne sono diventati assolutamente dipendenti. La concomitante sfasatura di poche ore tra dati dei contagi in aumento e numero di comparsate televisive dovrebbe essere oggetto di qualche articolo scientifico su Nature o similari, perché costituiscono un inatteso fenomeno sociale.
Oltretutto, le Covid-Star sono delle primedonne e come i capponi di Renzo (non di Renzi) si beccano di continuo uno con l’altro in una gara esecrabile a chi ce l’ha “più lungo”. Quindi se X dice bianco Y dice subito nero e viceversa. Risultato? I cittadini non ci capiscono niente e inoltre si fa sempre più strada l’idea che le loro affermazioni siano sostanzialmente inattendibili e questo non è certo un bel risultato visto che la pandemia comunque c’è davvero e si avverte la necessità di informazioni autorevoli e sicure.
Certo, un modo per levarseli di torno sarebbe quello di assumerli tutti al Cts (magari proprio a questo molti di loro puntano). Sarebbero soldi pubblici ben spesi. Non tanto per l’attendibilità ballerina delle loro affermazioni quanto perché sarebbero finalmente molto più controllabili. Detto questo c’è solo da ringraziare, invece, le migliaia di virologi, medici e professionisti che ogni giorno compiono il loro oscuro e importantissimo lavoro senza mai comparire. Ma torniamo allo spettacolo. Presi i popcorn? Si parte. Iniziamo in questo immaginario album delle figurine con il numero uno, il Mourinho dei virus, Sua Covidezza, al secolo Roberto Burioni.
Il noto virologo dell’Università San Raffaele di Milano ha dichiarato sul suo profilo ufficiale Twitter: “Propongo una colletta per pagare ai novax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”. Premesso che i novax non sono un modello da imitare, come dall’inizio della pandemia sostiene nettamente questo giornale, questa volta Burioni ha esagerato e ha lasciato che la sua rabbia sodica esondasse liberalmente sui media. Ma francamente, sentire un professore universitario, per di più ordinario, uscirsene in questo modo non solo lascia perplessi, ma getta anche una cattiva luce sul suo lavoro scientifico perché lo contamina con il meme del dubbio, essendo chiaro che il prof non è affatto imparziale.
Oltretutto, così passa dalla parte del torto e va a perdere consensi anche tra i suoi fan, come si legge su Twitter. Non poteva mancare poi un altro peso massimo delle hit Tv come Walter Ricciardi (nella foto), consigliere oltretutto, del ministro della Salute Roberto Speranza, nonché ex attore di film sulla camorra tutto Vesuvio e sgommate, tornato prepotentemente alla ribalta con l’ultima comparsata: “Green Pass per andare al lavoro.
Brava Confindustria”. Essendo Ricciardi di fatto un governativo, sarebbe interessante sapere che ne pensa Speranza, al momento non pervenuto. Ma non è finita qui. Da telegatti lo scontro televisivo tra Matteo Bassetti e Pierluigi Paragone. “Studi prima di parlare” dice il professore. Al che il senatore ex 5S ribatte: “Vedo che è pronto per l’Isola dei famosi”. Insomma siamo alle comiche finali con i gallinazzi che si beccano tra loro per la gioia dell’audience e per il disonore della Scienza e della Politica. Quelle con le maiuscole però.