di Lapo Mazzei
Il valzer è iniziato, e questa è l’unica certezza. Ma nessuno sa quando, e come, finirà la musica. Gli unici indizi certi, emersi dalla prima giornata di lavori, è che questa mattina dovrebbero iniziare le prime votazioni in giunta per le elezioni sul caso Berlusconi. La scelta del Pdl di presentare tre pregiudiziali, di fatto, anticipa il giudizio della giunta sull’operato del relatore Andrea Augello. Ciascuna pregiudiziale contiene, infatti, il mandato della giunta ad Augello affinché, a nome della giunta, proponga il ricorso alla Corte Costituzionale e alla Corte di Lussemburgo. Se, come pare prevedibile, visti i rapporti di forza le pregiudiziali fossero respinte, Augello si dimetterebbe da relatore e ne sarebbe nominato un altro, espressione della nuova maggioranza. I rapporti di forza sono rispecchiati anche nella scelta dei tempi. Pd e M5s sono favorevoli a votare quanto prima. E ieri sera hanno tenuto banco gli interventi dei gruppi, calcolati in dieci minuti ognuno. Oltre a questo, in giunta Augello ha chiesto tempo per poter presentare gli allegati alle pregiudiziali. Oggi, quindi, potrebbe esserci il voto.
La retroattività
Scendendo nel dettaglio della partita a scacchi impostata dal senatore Andrea Augello, e le pregiudiziali poste all’attenzione della Giunta per le elezioni e le immunità sul caso di Berlusconi sono tre. La prima prevede una proposta di deliberazione preliminare sull’ammissibilità o meno della facoltà di sollevare questioni di legittimità costituzionale davanti alla Corte Costituzionale alla luce, secondo Augello, di una ordinanza della stessa Corte risalente al 2006 che “nel dichiarare irricevibile un ricorso per conflitto di attribuzioni” affermava che “non compete alla Corte risolvere conflitti negativi o positivi di giurisdizione” e che “in merito alle controversie sui procedimenti elettorali cosiddetti preparatori la definitiva dichiarazione di volontà, declinatoria della sua giurisdizione, è stata emessa dalla Camera dei Deputati (Giunta per le elezioni) quale organo avente natura giurisdizionale”. La seconda sottopone alla Giunta la proposta di sollevare una questione incidentale riferita a dieci diversi profili di illegittimità costituzionale, reputati rilevanti e non manifestamente infondati. La terza, infine, propone il rinvio pregiudiziale di tipo interpretativo alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Tutte e tre le proposte costituiscono una risposta tanto giudiziaria quanto politica al caso Berlusconi. La bocciatura di tutte e tre le proposte rappresenterebbe per il Pdl, che rivendica per l’ex premier il diritto di difesa, la negazione di tale diritto. Dal punto di vista sostanziale significherebbe la decadenza da relatore di Augello, che dovrebbe essere sostituito con un altro relatore tra coloro che hanno votato contro la sua relazione.
Obiettivo: diluire i tempi
Dunque la partita non è solo tutta da giocare ma presenta non poche difficoltà, anche se il percorso che riguarda il senatore del Pdl sarebbe tutt’altro che casuale. Augello, infatti, sarebbe soltanto il dominus di un percorso studiato a tavolino per diluire i tempi, congelando, di fatto, l’attività della Giunta per almeno un mese. Tanto, infatti, ci vorrà per indicare un nuovo relatore.
I media stranieri
E che la situazione sia particolarmente seria lo conferma l’attenzione dei media stranieri, particolarmente attenti agli sviluppi dell’attività del Senato. “Berlusconi ha esaurito le sue vite politiche?”. A chiederlo è il New York Times in un articolo in cui sostiene che l’ex premier potrebbe trovarsi di fronte alla sua fine politica nonostante la recente “vittoria” nell’abolizione dell’Imu e il suo partito -Il Popolo della libertà – sia al momento “il più popolare in Italia”. Il quotidiano parla di Berlusconi come il “polarizzante ex presidente del Consiglio e miliardario magnate dei media” che “ha dominato la politica italiana per due decenni, destreggiandosi tra scandali sessuali e processi per corruzione”, culminati lo scorso luglio con la conferma della Cassazione italiana della condanna alla reclusione per frode fiscale. Adesso che una commissione parlamentare ne discuterà la decadenza dalla carica di senatore, prosegue il Times, “la politica italiana è in uno stato di subbuglio che minaccia la sopravvivenza della fragile coalizione di governo, mettendo anche a rischio l’esitante ripresa in corso in Europa”.
La quarta pregiudiziale
“Dovrebbe esserci una quarta questione pregiudiziale che ci ha anticipato un senatore”. Il presidente della Giunta delle Immunità Dario Stefano non
ha precisato chi sia il senatore che ha anticipato la presentazione di una sua pregiudiziale sul caso Berlusconi., ma la notizia è certa: “Affronteremo alle 20 solo le questioni pregiudiziali e non abbiamo ancora preso in considerazione la proposta su cui dovremo esprimerci. Se ci sono singoli parlamentari che dichiarano di non essere pronti alla discussione la Giunta ne terrà conto” afferma Stefano, provocando la reazione di Schifani, che commenta così: “Il suo è un atto di resipiscenza”.