La polizia francese ha arrestato questa mattina a Parigi l’ex terrorista della Brigate Rosse, Maurizio Di Marzio, per il quale l’Italia chiedeva l’estradizione. Di Marzio era sfuggito all’operazione di fine aprile durante la quale erano finiti in manette dieci ex terroristi considerati ancora latitanti dalla giustizia italiana (leggi l’articolo).
Il provvedimento depositato l’8 luglio dalla Corte d’Assise di Roma, fanno sapere fonti del ministero della Giustizia, ha stabilito che non è ancora prescritta la sua pena, come era emerso in un primo momento.
L’ex Br Di Marzio, l’ultimo dei latitanti di cui è stato ordinato l’arresto in Francia, partecipò al tentativo di sequestro del poliziotto Nicola Simone. L’ex brigatista deve ancora scontare 5 anni e 9 mesi di reclusione per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina.
Il 30 aprile scorso, dopo nemmeno 24 ore dal blitz con cui erano stati fermati i primi sette ex terroristi dell’estrema sinistra, responsabili di alcune delle pagine più nere della storia d’Italia e a seguito della decisione di altri due di consegnarsi alle autorità francesi (leggi l’articolo), il giudice di Parigi aveva stupito tutti rimettendoli in libertà vigilata.
Durante l’operazione erano stati arrestati il fondatore di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato a 14 anni, 2 mesi e 11 giorni, Narciso Manenti, ex Nuclei Armati Contropotere Territoriale su cui pende una condanna all’ergastolo, e cinque ex membri delle Brigate rosse. Si tratta di Giovanni Alimonti, che deve scontare una pena di 11 anni, 6 masi e 9 giorni; Enzo Calvitti, condannato a 18 anni, 7 mesi e 25 giorni; Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, quest’ultimi condannati all’ergastolo.
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