L’ex componente del Csm, Piercamillo Davigo, al quale nel 2020 il pm milanese Paolo Storari (in reazione all’asserito immobilismo dei capi) consegnò i verbali di Piero Amara sulla loggia Ungheria, è indagato a Brescia per l’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio per averne poi parlato al Consiglio Superiore della Magistratura. Nei giorni scorsi, in relazione a quest’ultima inchiesta, sono stati sentiti come testi anche il vicepresidente del Csm David Ermini, 7 consiglieri del Csm e il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra.
L’inchiesta condotta dal procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, riguarda la consegna a Davigo, nell’aprile 2020, di alcuni verbali secretati resi tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 dal plurindagato avvocato Piero Amara. All’epoca dei fatti Davigo era consigliere del Csm e a consegnargli i verbali e’ stato il pm Paolo Storari. In quei verbali, in formato word e non firmati, Amara avrebbe parlato dell’esistenza di una presunta associazione segreta denominata “Loggia Ungheria”.
Affermazioni controverse che per il pm Storari, anche lui indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, andavano vagliate tempestivamente con una serie di iscrizioni nel registro degli indagati. Lo stesso Storari avrebbe poi deciso di portare i verbali a Davigo per ‘autotutelarsi’ dato che, a suo dire, i vertici dell’ufficio milanese avrebbero ritardato per mesi le iscrizioni.
Su quanto riferitogli da Storari l’ex pm di Mani Pulite ne avrebbe discusso con almeno il vicepresidente del Csm Davide Ermini e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. “Nutro una perplessità profonda sui fatti contestati” ha commentato l’avvocato Francesco Borasi, legale dell’ex consigliere del Csm Davigo.