Respinta a Palazzo Madama la sospensiva chiesta da Lega e FI sul ddl Zan: in pratica ieri la destra di governo ha provato a mandare sotto gli ex giallorossi in modo da interrompere l’esame del provvedimento, che a quel punto sarebbe finito su un binario morto. Invece, sebbene con un solo voto di scarto – 136 voti contrari a fronte di 135 favorevoli -, l’Aula ha respinto: dopo la bocciatura di lunedì delle questioni pregiudiziali (12 i voti di scarto) si registra quindi nel giro di neanche ventiquattro ore una nuova vittoria del fronte del sì al provvedimento senza modifiche ma cantare vittoria sarebbe quantomeno arduo.
Le battaglie “procedurali” sono finite, ora inizia la partita politica con l’avvio della discussione generale che vede i due contendenti in campo – destra e Iv da una parte e Pd, 5S e Leu dall’altra – entrambi agguerritissimi. Sebbene, infatti, i renziani ieri siano stati allineati al centrosinistra votando contro la sospensiva, il loro leader avverte che con lo scrutinio segreto le cose potrebbero cambiare e Iv sta preparando gli emendamenti con una nuova riformulazione sui punti più controversi del ddl Zan.
“Se Letta e il Pd insistono a non voler dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta. Approviamo subito tutti insieme delle norme che puniscono chi offende e fa violenza. Togliamo dal testo quello che divide: i bambini, il gender. Lo abbiamo visto già oggi (ieri, ndr) in Aula, immaginatevi cosa succede al primo emendamento”, commenta Matteo Salvini che comunque anche nella sua coalizione ha le sue grane: è forte l’irritazione di FdI nei confronti dei colleghi del centrodestra, fra le cui file si sono registrate ben 15 assenze, di cui 3 leghisti e 4 azzurri. Molto netta in questo senso la senatrice meloniana Daniela Santanchè: “FdI era tutta presente in aula al momento del voto sulla sospensiva questa mattina. Ed è un gran rammarico che per un solo voto non sia stata approvata la sospensiva: avremmo fatto un bel ‘ciaone’ a questo Ddl liberticida e pericoloso”.
Chiaramente con lo scrutinio segreto i franchi tiratori potrebbero annidarsi anche fra qualche azzurro (meno probabile fra i leghisti, impossibile in FdI) ma la “minaccia” di Renzi fa presa soprattutto fra i dem: “I numeri non ci sono. Punto”, è il refrain che è aleggiato nei corridoi di Palazzo Madama tra i senatori Pd chiaramente consci che ad arrivare in ‘soccorso’ degli ex giallorossi, anche questa volta al fotofinish, è stato il senatore ex M5s Lello Ciampolillo e i cattolici dem e il correntone Base riformista spingono affinché si trovi un accordo. “I numeri dell’Aula parlano chiaro. Chi ha buon senso e vuole difendere il Ddl Zan deve intervenire adesso. Andare avanti con il muro contro muro rischia di favorire soltanto chi non vuole la legge”, scrive su twitter Andrea Marcucci, ex capogruppo Pd al Senato.
La richiesta che una parte de parlamentari dem presenterà oggi è quella di aprire un varco con i moderati e con Iv, ma trattare significa sedersi al tavolo con la Lega e dal Nazareno il niet e forte e chiaro (“In questo momento non ci sono le condizioni per un accordo, le proposte del centrodestra sono totalmente irricevibili”, spiega Franco Mirabelli) spalleggiato anche dai 5Stelle: “Il Movimento continuerà a sostenere questa legge lealmente come ha sempre fatto, nell’interesse e nella tutela di tutti cittadini senza alcuna distinzione”, le parole della senatrice pentastellata Alessandra Maiorino. Intanto FdI annuncia una “maratona” di interventi ostruzionistici sul ddl Zan e l’ipotesi sempre più probabile è che da martedì prossimo sarà ancora più evidente la prospettiva del rinvio dopo la pausa estiva.