Mai più un caso come quello di Santa Maria Capua Vetere. Lo ha dichiarato subito la ministra della giustizia Marta Cartabia, quando sono stati recapitati gli oltre 50 avvisi di garanzia agli agenti accusati di incredibili violenze compiute sui detenuti il 6 aprile dell’anno scorso. E lo ha ribadito ieri, visitando insieme al premier Mario Draghi, la casa circondariale “Francesco Uccella”, teatro di quei pestaggi. Un’iniziativa compiuta per lanciare un segnale forte sulla necessità di una profonda riforma del sistema carcerario (qui il video con gli interventi).
La visita del presidente del Consiglio e della guardasigilli è stato un modo per sottolineare che lo Stato è qualcosa di diverso da quanto accaduto nel 2020 a Santa Maria Capua Vetere. “Il Governo non ha intenzione di dimenticare”, ha specificato infatti Draghi. “Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. E, come ho appreso poco fa, ha scosso nel profondo la coscienza degli agenti della polizia penitenziaria che lavorano con fedeltà in questo carcere”, ha aggiunto, sottolineando che le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali, ma che quella collettiva è di un sistema che va riformato.
“Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso”, ha affermato. “Quegli atti sfregiano la dignità delle persone umane. Il carcere è un luogo di dolore – gli ha fatto eco la ministra Cartabia – di pena, di sofferenza, ma non sia mai un luogo di violenza e di umiliazione”. Quindi l’annuncio di una serie di interventi normativi che prevedano un uso più razionale delle sanzioni alternative, di interventi di edilizia penitenziaria in 8 istituti di pena, tra cui quello sammaritano, di un rafforzamento degli organici e di un aumento dei fondi per la videosorveglianza.Misure rese possibili anche grazie al Pnrr, ma che sono insufficienti rispetto alla carenza di spazi e nuove carceri.
“La vostra presenza ha il senso di una forte speranza per il futuro”, ha dichiarato alla fine la direttrice del carcere rivolgendosi a Draghi e alla Cartabia, davanti ai quali i detenuti hanno invocato a gran voce l’indulto. Interventi tangibili e risolutivi li ha quindi chiesti il sindacato di polizia penitenziaria Osapp, e ad auspicare l’avvio dell’atteso processo di riforme è stato anche il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella. Sul fronte delle carceri, dopo la visita a Santa Maria Capia Vetere del premier e della ministra della giustizia, diversi sono stati gli interventi anche dei parlamentari.
LE REAZIONI. “Spero che il Governo ed il guardasigilli lavorino ad un decreto per ridurre l’affollamento delle carceri. Un insopportabile male endemico dell’Italia”, ha detto il senatore dem Andrea Marcucci. Critica invece la deputata Piera Aiello, dell’Italia dei Valori, che ha definito la visita di Draghi e Cartabia doverosa ma tardiva: “Servono interventi concreti non passerelle”. “Le carceri devono essere comunità di recupero e non di abuso. Questa può essere l’occasione per voltare pagina, a partire dal sovraffollamento”, ha detto la capogruppo dei senatori Pd, Simona Malpezzi.
E la deputata di Italia Viva, Lisa Noja, capogruppo in Commissione giustizia, non perdendo l’occasione per tornare a polemizzare con i pentastellati, ha invece evidenziato la “importante discontinuità di questo governo anche sulla gestione delle carceri e sul superamento di una cultura punitivista e carcerocentrica”. Tutti d’accordo insomma sulla necessità di una riforma, ma arrivare realmente a un nuovo sistema non sarà un’impresa facile.