“Cercherò l’ambasciatrice del Regno Unito” in Italia, “Jill Morris, che conosco, perché qui ne va del rapporto, delle buone relazioni tra Paesi. Non è accettabile che un gruppo inglese possa comportarsi in questo modo contro un Paese amico dell’Inghilterra. Perché io” l’apertura della procedura di licenziamento collettivo dei 422 dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio “lo considero francamente un atto ostile contro il nostro Paese”.
È categorico ai microfoni di Controradio il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a proposito del dramma del lavoratori della Gkn. Se avesse ricevuto “sostegni, finanziamenti, contributi di qualunque sorte, anche del piano Industria 4.0” si potrebbero prefigurare “azioni formali molto dure contro il gruppo per evitare che vada avanti”. Per Nardella, poi, è necessario coinvolgere il gruppo Stellantis: “Lavoreremo al fianco della Regione e del governo per condividere delle azioni, anche per un pressing forte al gruppo industriale a cui fa riferimento la Fiat, il principale cliente della GKN per la filiera dell’automotive. È giusto interpellare un grande gruppo industriale che ha sempre avuto rapporti e supporto dalle istituzioni italiane”.
Le strategie saranno discusse in settimana nella quale verrà convocato il tavolo istituzionale, “come mi ha detto la viceministra Todde – aggiunge il sindaco-. Vedo che c’è una condanna unanime e dobbiamo assolutamente rimanere uniti, ma anche agire su tutti i livelli possibili per bloccare i licenziamenti di massa”.
La vicenda della Gkn, infatti, “è drammatica, è una violenza barbara. Ho parlato di mattanza sociale, ed è questo. Poi c’è un tema europeo – rimarca il sindaco di Firenze Nardella-: non è più accettabile vivere in un’Europa unita dove le aziende delocalizzano fabbriche e produzioni da un Paese europeo a un altro per il dumping fiscale e salariale. Ci vuole un’unione fiscale, si deve e può intervenire anche a livello europeo”.
Alla base della decisione del gruppo Gkn di licenziare in blocco i suoi dipendenti nel sito toscano, c’è, innanzitutto, la crisi del mercato automobilistico e la contrazione dei volumi e della domanda che gli operatori del settore considerano avviata verso un trend ribassista generalizzato, trend amplificato dalla pandemia e dai processi di cambiamento che l’emergenza sanitaria ha scatenato.
Un trend negativo, ha sostenuto ancora la britannica Gkn, che ha mostrato un carattere strutturale e irreversibile, per cui la struttura organizzativa del gruppo appare “non più sostenibile” e la chiusura del sito produttivo di Campi Bisenzio e gli esuberi sono ritenuti strutturali, senza cioè sussistere le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Sul piede di guerra i sindacati, con la Fim che ha parlato di “un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio”, mentre il segretario generale di Cisl, Luigi Sbarra, e della Fim Cisl, Roberto Benaglia, hanno chiesto al governo “di intervenire attivando subito a Palazzo Chigi il tavolo di monitoraggio sulle crisi aziendali previsto dall’accordo del 29 giugno, richiamando le aziende al rispetto di tutte le procedure a garanzia dell’occupazione, della dignità del lavoro e della persona”.