Bello il calcio, belli gli Europei, bellissima la finale di domenica ma non dimentichiamoci che c’è il Covid e che la variante delta ha letteralmente messo in ginocchio l’Inghilterra, che, per inciso, è la nostra rivale sul tappeto verde. Ma c’è di più. A rendere sempre più concreta la minaccia del virus sarsCov2 alla finalissima c’è un nuovo allarme scattato in queste ore. In quattro tra giornalisti e operatori Rai sono risultati positivi al test per il coronavirus eseguiti negli scorsi giorni, dopo la semifinale giocata a Wembley contro la Spagna.
Il gruppo faceva parte della ‘task force’ allestita da viale Mazzini per seguire le semifinali degli Europei. I cronisti di viale Mazzini contagiati sono tre: tra loro anche Alberto Rimedio, prima voce delle partite degli azzurri che dovrà quindi essere sostituito per la finale di domenica. La notizia, anticipata da VigilanzaTv, trapela da Coverciano, sede del ritiro della Nazionale allenata da Roberto Mancini. Il centro stampa del centro federale, per precauzione, è stato sanificato e chiuso a tutti i giornalisti. Annullata anche la conferenza stampa in presenza prevista ieri, prima della partenza del gruppo-squadra per Londra, in programma oggi.
Leonardo Bonucci risponderà alle domande dei giornalisti collegati da remoto. Nel frattempo, la squadra Rai si sta sottoponendo a tamponi a tappeto in vista della spedizione per seguire la partita di domenica, con anche riflessi organizzativi per la copertura dell’evento ad iniziare dalla sostituzione di Rimedio che finora ha raccontato la cavalcata azzurra verso la finale insieme ad Antonio Di Gennaro. Il rischio è che l’ultimo match possa essere più difficile del previsto se tra i giocatori italiani dovesse esserci qualche positivo al Covid.
Certo è che le misure di contenimento previste proprio per l’evento più atteso lasciano a desiderare. Lo abbiamo visto con le precedenti vittorie: in migliaia si sono riversati nelle piazze e si sono assembrati per festeggiare gli azzurri. Le grandi città sono state impraticabili per ore, come se il Covid fosse solo un brutto ricordo. Purtroppo non è così e i numeri parlano chiaro: abbiamo una nuova ondata alle porte. Come se non bastasse alla finale presenzierà nientepopodimeno che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La conferma è arrivata direttamente dal Quirinale dopo aver valutato le questioni sanitarie legate all’evolversi della pandemia: l’alternativa era che a volare a Londra fosse il premier Mario Draghi, perché la presenza di un rappresentante istituzionale non è mai stata messa in dubbio, nonostante le parole proprio di Draghi sull’inopportunità di giocare la finale proprio in Inghilterra dove imperversano i contagi da variante Delta.
Ma c’è un altro evento sportivo tanto atteso a luglio, si tratta dei Giochi Olimpici. E proprio dal Giappone arrivano a darci lo smacco sulle misure di contenimento (leggi l’articolo). Perché il governo insieme al consiglio direttivo della trentaduesima Olimpiade ha prorogato lo stato emergenza nella città di Tokyo ed ha imposto che ai Giochi Olimpici non ci siano spettatori. Inizialmente è arrivata la comunicazione del Governo nipponico, che ha deciso di istituire un nuovo stato di emergenza fino al 22 agosto: “A Tokyo continua ad aumentare il numero di nuovi casi (circa 900 nelle ultime 24 ore)”, ha dichiarato Yasutoshi Nishimura, ministro giapponese responsabile della lotta al Covid-19.
“Con l’aumento degli spostamenti delle persone, la variante Delta, più contagiosa, rappresenta ormai circa il 30 per cento dei casi di Coronavirus. Questa cifra potrebbe aumentare ulteriormente”, ha aggiunto Nishimura. Poche ore dopo è andata in scena una riunione del consiglio direttivo dei Giochi Olimpici – composto da Cio, Ipc, comitato organizzatore e governo metropolitano, oltre ovviamente al governo nazionale – da cui è scaturita la decisione di disputare le Olimpiadi a porte chiuse. Così in Giappone. Tutta un’altra musica rispetto ai nostri mondiali.
Ora, con i casi positivi che costringono a blindare Coverciano, l’Italia rischia grosso. Certo, i calciatori e Mancini sono vaccinati. E nessuno ha avuto contatti diretti con i positivi. Insomma, il timore che il focolaio possa aver contagiato la squadra è poco probabile ma non impossibile. Ovviamente le positività complicano e molto anche i piani della Rai, che ha raccontato tutto l’Europeo degli azzurri, a poche ore dalla partita più importante. Quella della tv di stato è una spedizione numerosissima, un circo che però a causa di questi casi rischia di paralizzarsi o quasi. Il modo peggiore per risvegliarsi nella lunga vigilia di Italia-Inghilterra.