“Ringrazio tutti coloro che mi stanno inviando messaggi di “sostegno” ma è giusto che chiarisca, seriamente e serenamente, un punto importante. La giustizia non è una questione personale. Non è, o non dovrebbe essere, un campo di sfida propagandistica tra forze politiche. Non è una bandierina e non deve essere posta sotto il ricatto asfissiante dei pregiudizi ideologici. La giustizia è il momento in cui ogni Stato mette alla prova la propria capacità di proteggere i diritti dei cittadini”. È quanto scrive, in un post sulla sua pagina Facebook, l’ex ministro Alfonso Bonafede commentando la riforma Cartabia approvata ieri in consiglio dei ministri (leggi l’articolo).
“Qualcuno approfitta della riforma del processo penale passata ieri in consiglio dei ministri – aggiunge Bonafede -, con il timoroso e ossequioso benestare dei ministri M5s (che non hanno avuto nemmeno il tempo e la possibilità di analizzare la proposta), per attaccare me e le battaglie che ho portato avanti (e che rifarei domattina, a testa alta, senza battere ciglio). Mi dispiace che quel qualcuno non si renda conto che in un processo che si conclude nel nulla (che questo nulla si chiami prescrizione o improcedibilità poco importa) c’è il più grande e grave fallimento di uno Stato di diritto”.
“Chiarisco subito che ho sinceramente apprezzato i tentativi della Ministra Cartabia di trovare una sintesi oggettivamente difficile – scrive ancora l’ex guardasigilli -: tuttavia, è evidente (e legittimo) che sulla prescrizione la pensiamo in maniera diversa. La norma votata ieri, a mio modesto parere, rischia di trasformarsi in una falcidia processuale che produce isole di impunità e che, comunque, allungherà i tempi dei processi. E’ vero. Parliamo di una norma che non andrà a regime prima del 2024 e che “concede” un po’ di tempo in più per i reati di corruzione. Ma è veramente troppo poco perché è troppo lontano da quello che abbiamo promesso e realizzato”.
“Ma, al netto del merito – aggiunge Bonafede nel post -, voglio ribadire che la battaglia sulla prescrizione, mia e (fino a ieri mattina) di tutto il M5s, non è (e non è mai stata) una questione personale: si tratta di una questione, anzi di un’ambizione, istituzionale. L’ambizione di realizzare un sistema giustizia capace di dare sempre una risposta ai cittadini che si rivolgono allo Stato per tutelare i propri diritti”.
“Credo fermamente che la legge sulla prescrizione contenuta nella c.d. “spazzacorrotti” – conclude Bonafede – abbia dato la speranza a tanti cittadini di avere un sistema giudiziario più serio e credibile. Purtroppo, ieri il M5s è stato drammaticamente uguale alle altre forze politiche nonostante fosse trapelata la volontà di un’astensione. Per ripartire, se si vuole veramente ripartire, bisogna avere la consapevolezza dei propri limiti: nell’unanimità improvvisata di ieri che ha visto tutti insieme a tutti, si è inevitabilmente e oggettivamente annacquata una battaglia durata dieci anni”.