Sembra proprio che certi casi giudiziari, nonostante l’importanza, sono destinati a concludersi in un nulla di fatto. Colpa della prescrizione che non solo verrà ripristinata ma, stando a quanto trapela, con la nuova riforma della Giustizia verrà parametrata ai tempi del processo e non più legata al tipo di reato. Così a rischio ci sono una miriade di procedimenti, grandi e piccoli, tra cui spicca quello relativo al crollo del Ponte Morandi dove alcuni indagati, nel caso fossero rinviati a processo, potrebbero uscire di scena già nell’ottobre del 2023. Si tratta di sette persone, a fronte di 59 indagati complessivi (leggi l’articolo), a cui i pubblici ministeri contestano l’omissione in atti d’ufficio che cade in prescrizione già il 3 ottobre 2023, oppure l’omicidio stradale e le lesioni colpose il cui termine temporale è fissato per il 14 febbraio 2026.
Se per loro i giochi sembrano fatti, negli anni successivi altri 12 tra manager e funzionari che hanno cessato il proprio servizio in Aspi prima del 2016, anno in cui entra in vigore la legge sulla prescrizione dell’ex ministro Andrea Orlando, potrebbero beneficiare del medesimo trattamento. A decidere il loro destino giudiziario sarà il giudice per l’udienza preliminare di Genova che dovrà decidere quali reati confermare – e quali archiviare – nell’eventuale rinvio a giudizio. Può sembrare una decisione di poco conto ma così non è perché, in attesa che la riforma Cartabia diventi realtà (leggi l’articolo), la prescrizione varia in base al tipo di reato.
Un altro caso che rischia di rimanere irrisolto è quello sulla strage dell’hotel Rigopiano visto che, dopo quattro anni dalla slavina che ha causato 29 vittime, il procedimento è ancora ai preliminari e che, come raccontato dall’avvocato Leonardo Casciere che difende un funzionario della Regione, per alcuni reati il rischio prescrizione “è reale considerando la scadenza dei sette anni e mezzo” e “le attuali condizioni della giustizia”. Un destino che sembra identico anche per alcuni procedimenti relativi al sisma che ha devastato Amatrice dove passano gli anni ma tra impedimenti e rinvii, molti processi sono fermi al palo e vedono sempre più vicina la prescrizione. Questa, invece, è già scattata nel processo sulla strage di Viareggio del 2009, costata la vita a 32 persone, dato che la Cassazione, a gennaio scorso, ha prescritto gli omicidi colposi ordinando un appello bis per il solo reato di disastro ferroviario colposo.