Il Governo dovrà “avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana”. Lo prevede la mozione, approvata dall’Aula della Camera all’unanimità (qui il testo), con la sola astensione dei deputati di FdI, che che impegna l’esecutivo anche a “continuare a monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione”.
Zaki è in detenuto in Egitto dal febbraio dell’anno scorso con l’accusa di propaganda sovversiva su internet. Il 29enne era stato arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio dell’anno scorso e, secondo Amnesty International, rischia fino a 25 anni di carcere. In base al testo approvato, viene previsto per il governo l’impegno “a continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l’Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l’immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali”, ed “a continuare ad adottare iniziative affinché le autorità egiziane rispettino i diritti alla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica e spezzino il circolo dell’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani in corso nel Paese”.
La mozione, che ha ottenuto in Aula 358 voti favorevoli e 30 astenuti, aveva come primi firmatari Lia Quartapelle e Filippo Sensi del Pd. “Il governo italiano – ha commentato la Quartapelle – deve fare tutto il possibile per liberare Patrick Zaki. E’ questo che chiediamo al governo con l’approvazione della mozione per la cittadinanza a Zaki. La mozione, sottoscritta da quasi tutti i partiti politici, è stata approvata a larghissima maggioranza dalla Camera, con 358 favorevoli e la sola astensione di Fratelli d’Italia, e raccoglie la mobilitazione di 300mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione dell’associazione Station to Station e di più di mille comuni che hanno concesso la cittadinanza onoraria a Patrick”.
“E’ il segno – ha aggiunto la responsabile Europa, Affari internazionali e Cooperazione allo sviluppo della segreteria del Pd – che c’è un paese che lo sente figlio, compagno di studi, cittadino di Bologna. La mobilitazione oggi arriverà anche a Bruxelles, dove i firmatari della petizione saranno accolti dal presidente del parlamento europeo David Sassoli. La cittadinanza italiana è anche cittadinanza europea, e servirà una grande mobilitazione anche europea per la sua liberazione. Patrick non sarà lasciato solo, finché non sarà liberato”.