A pochi giorni dall’incidente probatorio, che si aprirà il prossimo 8 luglio, si allarga l’inchiesta della Procura di Verbania sul disastro della funivia Stresa Mottarone che il 23 maggio scorso costò la vita a 14 persone (leggi l’articolo).
Oltre ai tre indagati già nell’inchiesta (leggi l’articolo), nella richiesta di incidente probatorio depositata dal pm, Olimpia Bossi, figurano iscritti il presidente del Consiglio di amministrazione della Leitner, la società altoatesina che si occupa della manutenzione dell’impianto, Anton Seeber e il consigliere delegato, Martin Leitner. Indagato anche il dirigente/responsabile dell’assistenza clienti Leitner e delegato per l’ambiente e la sicurezza relativa agli impianti a fune, Peter Rabansen. Tra i nuovi indagati per il disastro del Mottarone anche quello del dipendente della stessa Leitner, Rino Fanetti, che ha eseguito la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3.
“Chiuso nel 2014 per revisione generale – scrivono i pm nell’atto – la manutenzione e l’ammodernamento dell’impianto a fune e’ stata effettuata dalla Leitner”, che siglò il 29 giugno 2016 un contratto ‘all inclusive’ di “manutenzione ordinaria con fornitura di ricambi, di manutenzione straordinaria e pronto intervento” e si affidava, però, anche ad altre aziende per gli interventi. L’impianto riaprì, si legge ancora, “il 13 agosto 2016”.
La richiesta di incidente probatorio depositata dalla Procura precisa anche quali sono i reati per i quali i magistrati stanno procedendo. A tutti gli indagati (dodici persone in tutto e le due società Ferrovie del Mottarone e Leitne) vengono contestati i reati di omicidio colposo e lesioni colpose; le due società rispondono per omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Ai dodici indagati è contestato anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Gabriele Tadini, caposervizio e unico indagato che si trova in regime di restrizione della libertà, essendo agli arresti domiciliari, è contestato anche il reato di falso.
La Procura di Verbania si è, inoltre, associata alla richiesta della difesa del direttore di esercizio della funivia del Mottarone, Enrico Perocchio, di una perizia sulla cosiddetta ‘scatola nera’ e in particolare su “ogni dispositivo” riconducibile al “sistema di registrazione dei dati-degli eventi dell’impianto a fune”, con “copia forense” ed “estrapolazione” dei dati che sono “indispensabili ai fini del già ammesso incidente probatorio e cioè della perizia sulle cause della precipitazione della cabina numero 3”.