Corsa contro il tempo per bloccare entro la fine del mese la ripresa dell’attività di riscossione ed evitare un’emorragia di posti di lavoro con la fine del divieto sui licenziamenti. In assenza di interventi, infatti, il 1° luglio partirebbero milioni di cartelle (leggi l’articolo) e le aziende avrebbero la possibilità di mandare a casa i propri dipendenti.
Ma il governo ha deciso di darsi una mossa ed entro l’inizio della prossima settimana, probabilmente lunedì, potrebbe essere varato un provvedimento ad hoc che sposti il termine per l’invio delle cartelle e prolunghi la cig Covid per alcuni settori in crisi, come il tessile, legandola al blocco dei licenziamenti. Nel decreto dovrebbe rientrare anche il rifinanziamento della nuova Sabatini: le risorse sono esaurite e lo sportello per le domande si è chiuso il 2 giugno. Si parla di 680 milioni. Il decreto viaggerebbe sui 3 miliardi di euro.
E sarebbe finanziato con il ‘tesoretto’ accumulato grazie alle richieste inferiori alle attese dei sostegni alle imprese. La platea dei destinatari è infatti di 1,8 milioni contro gli oltre 3 milioni stimati inizialmente dal governo. L’’avanzo’ si aggirerebbe quindi tra i 4 e i 5 miliardi e sarebbe destinato da una parte ad ampliare la stessa platea, inglobando nei benefici dei sostegni – come indicato dal ministro dell’Economia Daniele Franco – anche le imprese con fatturato tra 10 e 15 milioni di euro, e dall’altra a prolungare, appunto, la cassa Covid, a rifinanziare gli incentivi sull’acquisto dei beni strumentali previsti dalla Sabatini e a rinviare di altri due mesi, fino al primo settembre, la ripresa dell’invio delle cartelle.
Una tranche delle risorse potrebbe infine rimpinguare la dote del Parlamento per le modifiche al Sostegni bis, attualmente all’esame della Commissione Bilancio della Camera. Per quanto riguarda le cartelle e la Sabatini la notizia era stata anticipata giovedì da Matteo Salvini che ha cercato di mettere il cappello sul rinvio di milioni di atti che in realtà è stato chiesto da tutti i partiti. “Verso la proroga delle cartelle esattoriali al 31 agosto, con scaglionamento degli invii, e avanti con il rifinanziamento della legge Sabatini per le agevolazioni alle piccole e medie imprese che investono in nuovi macchinari, come richiesto dalla Lega”, ha scritto su Twitter il leader della Lega.
La macchina del fisco è ferma dall’inizio della pandemia e avrebbe dovuto riprendere le attività, con l’invio di milioni di atti, a partire dal primo luglio. Sempre il Carroccio ha presentato diversi emendamenti al Sostegni bis, chiedendo di bloccare tutto ancora fino alla fine dell’anno ma questa opzione sarebbe troppo onerosa. La mediazione invece confermerebbe il rinvio di due mesi dello stop, dal 30 giugno al 31 agosto, con la ripresa dell’invio delle cartelle dal primo settembre.
Ancora da risolvere, invece, il nodo delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio, a loro volta sospese dall’inizio della pandemia. Sempre la Lega, tra gli emendamenti ‘segnalati’ – cioè i circa 500 su quasi 4mila presentati sui quali si andrà al voto – avanza la proposta di allungare i tempi per saldare le rate che ora andrebbero saldate tutte entro inizio agosto, diluendo l’importo sospeso in 20 rate quadrimestrali a partire dal 1 gennaio 2022.
Nel decreto in arrivo dovrebbe entrare anche la proroga per la Tari. Il governo è al lavoro sulla questione, annuncia il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. La scadenza del 30 giugno entro la quale i comuni devono decidere le nuove tariffe slitterà al 31 luglio. Qualche giorno in più dovrebbe essere concesso anche per le scadenze fiscali delle partite Iva, con il differimento – probabilmente al 20 luglio – del pagamento del saldo e acconto di Irpef, Ires e Irap.