“Se al momento attuale tutti i dati dimostrano una bassa circolazione del virus ed un impatto ospedaliero ormai minimo, non è accettabile una gestione attendista della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc): potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero, accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili”. Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nell’ultimo report sui dati della pandemia. E i numeri parlano chiaro.
Nel periodo 12 maggio-22 giugno la media nazionale si attesta a quota 101 persone testate al giorno per 100mila abitanti con rilevanti e ingiustificate differenze regionali. In tutto il territorio nazionale si conferma il calo dei nuovi casi settimanali. Inoltre, da 10 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 32 al giorno rispetto ai 59 di quella precedente.
“Da 14 settimane consecutive – dichiara Cartabellotta – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati conferma una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia”.
Dunque non è tutto oro quello che luccica. Certo è che “la costante riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 4% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni che registrano valori inferiori al 10% e 4 Regioni senza pazienti Covid ricoverati in area critica”.
Ma contro la variante delta c’è da lavorare sodo. “In assenza di dati affidabili sulla presenza della variante indiana in Italia – puntualizza Cartabellotta – tre sono le ragionevoli certezze: innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e notevolmente eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato adeguatamente ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano; infine, preoccupa il confronto con quanto sta accadendo nel Regno Unito nonostante sia più avanti sul fronte delle coperture vaccinali”.
Non solo. Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.751.029 milioni dosi, per la prima volta in calo rispetto alla settimana precedente (-4,5%) a fronte di oltre 3 milioni di dosi ancora “in frigo”. Il motivo è legato allo stop della somministrazione dei vaccini a vettore virale, AstraZeneca e Johnson&Johnson, agli under 60. Ma a preoccupare sono le future forniture: al 23 giugno – segnala sempre Gimbe – risultano consegnate 50.320.824 dosi, pari solamente al 66 per cento di quelle previste per il primo semestre 2021.
Mercoledì il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha annunciato per luglio un calo delle consegne di vaccini a mRna messaggero pari al 5% rispetto a giugno. Le Regioni, di fronte a questi numeri, chiedono con una lettera al generalissimo e al ministro Roberto Speranza auspicano che sia comunicato con certezza “il numero delle consegne per ogni settimana di giugno e di luglio”. Altrimenti saranno costrette a riprogrammare gli appuntamenti. Figliuolo però sul tema vaccinazioni ricorda che “oggi siamo a oltre 48 milioni di somministrazioni. Credo sia un ottimo traguardo, chiaramente si può fare sempre meglio. Quando sono arrivato eravamo a poco più di 4 milioni di vaccini”.