E così Matteo Salvini ne ha combinata un’altra delle sue. Siamo a Siderno, infuocato paesino della Calabria, in provincia di Reggio, dove il leader leghista si è recato per motivi elettorali. E che ti fa il padano? Si toglie la mascherina in pubblico – ed è ancora vietato dalla legge – ma non contento di tale prodezza diseducativa la utilizza per tamponarsi il sudore che gli grondava come se avesse le cascate del Niagara al seguito. Utilizzo non solo improprio della mascherina che – ricordiamolo – è un importantissimo presidio contro Covid-19, ma anche igienicamente dannoso visto che ci si è pulito il grugno e poi se l’è poi spiattellata sulla bocca.
Questo fatto non è solo piccola cronaca isolata delle tante nefandezze dell’italiano medio che sono la cifra significativa dell’agire leghista. No signori, questo fatto ha una risonanza ben più profonda che attinge direttamente all’ideologia profonda del leghismo. La mascherina per i padani è simbolo di una supposta “dittatura sanitaria” che fa il paio con tutto il più becero cospirazionismo mondiale, quello degli sciamani Usa di Trump, per intenderci. Gente che dell’ideologia no vax-no mask ha fatto il suo vessillo di una stolta guerra che si combatte contro il genere umano.
I no vax sono la Quinta Colonna del virus, sono i suoi più affidati alleati, sono le gambe e la bocca della sua replicazione. Ci sono anche studi scientifici che dimostrano che i no vax e i no mask sono malati, con probabili problemi di ideazione paranoide e distorsione della realtà. Ed ancora dobbiamo sentire cavolate sui “cippati” e sui vaccinati che avrebbero in realtà lo scopo di diffondere l’infezione. Ancora dobbiamo assistere a sillogismo deliranti di persone che sono state semplicemente salvate dalla stoltissima legge Basaglia.
Solo qualche decennio fa, infatti, se li sarebbero caricati quella che una volta si chiamava prosaicamente “neuro” e che gli ex giovani degli anni ’60 citavano per celia nei loro giochi linguistici motteggiandosi l’un l’altro. Purtroppo ora un malinteso senso della democrazia che sta facendo impazzire il mondo intero ha sdoganato una intera fetta della popolazione planetaria che mette a rischio la maggioranza. E chi sono i profeti politici dei no-mask no vax? Uno era Donald Trump che ha condotto alla catastrofe dei contagi americani che per fortuna Joe Biden sta non solo arginando, ma anche vincendo.
Ma il numero uno degli “eroi” al negativo di questa dissennatezza mondiale è Vladimir Putin: la situazione in Russia è fuori controllo tra contagi alle stelle (quasi 17mila nelle ultime 24 ore) e una valanga di morti (546) nonostante la frenata del virus grazie alle temperature estive. La politica vaccinale Russa era farlocca, tanto che Mosca non aveva neppure la capacità di produrre i vaccini per se stessa figurarsi per gli altri. Cercava solo di “vendere” la formula dello Sputnik a qualcuno in grado di riprodurlo.
E poi Putin è colui il quale ha seguito una politica no mask peggiore di quella di Trump. Una politica responsabile dell’attuale situazione ingestibile della federazione Russa. Ma essendo il virus un problema mondiale, l’agire irresponsabile di Putin minaccia tutto il mondo. E qui torniamo all’inizio del nostro discorso e cioè l’amicizia ideologica tra Salvini e Putin. Entrambi No Mask, entrambi fautori di politiche inquietanti. Che sarebbe successo se il padano fosse ancora nel governo gialloverde è facilmente immaginabile in termine di vittime e di diffusione della pandemia.