di Gaetano Pedullà
Il governo Letta-Napolitano è spompo e il Quirinale ieri ha fatto un passo falso fatale. L’unico argomento con cui le colombe di Berlusconi sono riuscite fin ora a evitare la crisi era la certezza che il Colle ha carte buone e giocarci contro può far male. Se il Pdl stacca la spina a Palazzo Chigi c’è già un piano b con transfughi da ogni parte. E alle brutte, re Giorgio potrebbe dimettersi lasciando a Pd e Cinque Stelle una nuova occasione di eleggere Capo dello Stato Rodotà, Prodi o un qualunque altro arcinemico del Cavaliere. Così i falchi del Pdl sono rimasti a terra, anche se la loro strategia di farla finita con le larghe intese, e al limite fare opposizione a una eventuale nuova maggioranza striminzita, prima o poi avrebbe pagato elettoralmente. Senza Berlusconi i numeri per fare qualunque cosa in questa legislatura però non ci sono e l’uscita arrivata ieri da “ambienti vicini al Presidente della Repubblica” (una foglia di fico per non dire che l’appello è direttamente di Napolitano) certifica che le carte del Quirinale sono un bluff. Dunque abbiamo davanti altri giorni, forse settimane, di teatrino della politica, di giornali dei poteri pseudo forti schierati a difendere un governo fragilissimo, persino di grandi banchieri che si schierano con lunghe interviste per salvare il soldato Letta in questo momento così difficile per il Paese. Come se le nostre banche non avessero già fatto abbastanza per portarci a fondo dove stiamo. Di portare alle Camere un unico articolo di legge per cambiare le regole elettorali e poi tornare subito alle urne, senza allungare oltre questa agonia, nessuno però ne parla. Dalle scorse sfortunate elezioni sono passati invano sei mesi. Riforme fatte zero. Cambiamenti degni di nota zero. Solo tirare a campare. Così anche la fiducia nel futuro presto sarà a zero.