Quell’enorme scandalo legato al Mose non sembra aver incrinato i rapporti tra l’ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni (nella foto), e il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani. Sette anni fa l’ex primo cittadino, che da 4 anni era alla guida di una giunta di centrosinistra dopo aver sconfitto alle elezioni l’attuale ministro Renato Brunetta, venne arrestato con l’accusa di aver violato la norma sul finanziamento ai partiti, incassando circa mezzo milione di euro dal Consorzio Venezia Nuova e dalla Maltauro infrastrutture in cambio del suo interessamento sui maxi appalti per le paratoie con cui proteggere la città dall’acqua alta.
Una vicenda finita in parte con l’assoluzione e per il resto in prescrizione che, pur essendo attualmente Miani il liquidatore del Consorzio, non rappresenta un ostacolo per Orsoni nell’ottenere una lunga serie di consulenze da parte del Consiglio dei commercialisti presieduto dallo stesso Miani. Tutto nel pieno rispetto della legge, è opportuno sottolinearlo, ma che pone un tema di opportunità.
LEGAMI DATATI. Un anno dopo l’elezione a sindaco di Orsoni, professore ordinario di diritto amministrativo all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Miani venne scelto come presidente del Consiglio di amministrazione del Casinò di Venezia e come sindaco della Veneta Strade, aggiungendo nella sua regione d’origine tali incarichi a quello di presidente del collegio sindacale della Venice Newport Container, impegnata nei progetti sul porto di Venezia, sotto la direzione dell’Autorità portuale. Nel 2014 lo scandalo delle tangenti milionarie e i 35 arresti, tra cui quello del sindaco, che si dimise.
Orsoni, che sul finanziamento della campagna elettorale tirò in ballo una serie di esponenti dem, dopo essersi visto rifiutare il patteggiamento, nel 2017 è stato dunque assolto da alcune accuse e per altre si è dovuto accontentare del proscioglimento per intervenuta prescrizione. L’assoluzione nel merito gli è stata negata sia in appello che, lo scorso anno, in Cassazione. Un’ombra. Ma non per Miani. Scelto a novembre dalla ministra delle infrastrutture Paola De Micheli, del Pd, come liquidatore del Consorzio e della Costruzioni Mose, a rischio fallimento, ma per cui non risultano ancora avviate azioni di responsabilità, il commercialista ha negli ultimi anni assegnato diverse consulenze ad Orsoni.
L’ex sindaco coinvolto nello scandalo Mose, durante la presidenza del consiglio dei commercialisti da parte di Miani, ha ottenuto cinque consulenze nel 2018. Si va da un parere su due ordinanze della Cassazione all’assistenza su alcuni ricorsi degli iscritti, dal parere sull’eventuale commissariamento dell’Ordine a un regolamento, fino all’assistenza legale in un contenzioso al Tar, per un totale di oltre 44mila euro. Altri cinque incarichi poi nel 2019.
Orsoni è stato scelto come legale in un procedimento davanti al Garante per la privacy, per un parere sulle azioni da intraprendere nei confronti di una società impegnata nel servizio di fatturazione elettronica, per una lettera di risposta a una richiesta di accesso agli atti, per un parere sul raggiungimento degli obiettivi di un dirigente di un ente pubblico e quello per le attribuzioni delle funzioni di direttore generale, per un totale di circa 19mila euro. E due incarichi lo scorso anno, per un parere sul principio di separazione delle funzioni del Consiglio e quello sulla costituzione degli Uffici di staff, per oltre 20.500 euro. E su Miani liquidatore del Mose è stata intanto presentata un’interrogazione al Senato.