A fronte di tutti gli Open day con AstraZeneca organizzati in alcune Regioni per i giovani con la benedizione del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, si moltiplicano i pareri degli esperti che mettono in guardia sui rischi che nei giovanissimi comporta l’inoculazione del siero anglo-svedese. Il 23 aprile scorso l’Ema aveva rilevato che “i benefici della vaccinazione con AstraZeneca aumentano con l’aumentare dell’età e dei tassi di infezione”. E il 26 maggio l’Aifa aveva recepito l’indicazione affermando che la “sicurezza della somministrazione di Vaxzevria nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza”.
Ieri ad accendere un faro è stato il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. Il vaccino di AstraZeneca “è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia”. E non è il solo. “Sono felicissima degli open day per vaccinare i giovani, quello che non mi spiego è perché non utilizzare Pfizer rispetto ad AstraZeneca, sembra quasi che lo si utilizzi perché si vogliono finire le dosi che si hanno”, dichiara Valeria Poli, presidente della Società italiana di biofisica e biologia molecolare e tra i firmatari della lettera inviata dall’associazione Coscioni al governo e al commissario Figliuolo contro la somministrazione dei vaccini AstraZeneca e J&J ai giovani.
Leggi anche: Stop ai brevetti sui vaccini. Al Parlamento europeo sconfitte per un solo voto le destre e Big Pharma.
E Figliuolo che dice? “Oggi noi sappiamo che questi tipi di vaccini sono consigliati agli over 60 – riconosce il generale – dopodiché – aggiunge – possono essere usati per tutte le classi di età. È bene fare un’anamnesi molto approfondita ma ovviamente le riflessioni le devono fare gli scienziati. E io sono sempre pronto a recepire qualsiasi riflessione che venga fatta in ambito ufficiale”. E ora le riflessioni ufficiali stanno per arrivare. Si attende in tempi brevi un pronunciamento sull’uso del vaccino anglo-svedese nella strategia vaccinale, in particolare, appunto, fra i giovani da parte degli esperti del Comitato tecnico scientifico. Le nuove valutazioni potrebbero portare a dei limiti di non fattibilità sotto i 30 o i 40 anni, come ha anche spiegato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, “mentre una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici è indubbiamente, anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio”.
Intanto le Regioni procedono in ordine sparso. L’Asl Napoli 2 ha prima revocato l’open day programmato per stasera con la somministrazione di vaccino Astrazeneca a tutti i residenti di oltre 18 anni, senza prenotazione. E poi ha confermato l’appuntamento ma con Pfizer e Moderna. In Sicilia invece torna l’iniziativa da oggi a domenica per i cittadini dai 18 anni in su, che non presentano fragilità, che potranno vaccinarsi su base volontaria senza prenotazione con AstraZeneca e J&J. Nel Lazio sono aperte da martedì le prenotazioni per un open week over 18 AstraZeneca con vaccinazioni dal 9 al 13 giugno.
In Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il presidente Massimiliano Fedriga, non sono stati organizzati ‘Astra-day’ dedicati ai giovani, e Luca Zaia, presidente del Veneto, ha rivendicato la scelta della sua regione di non somministrare più i vaccini ad AstraZeneca e J&J sotto i 60 anni. La Sardegna prosegue sulla strada già intrapresa: non utilizzare AstraZeneca fuori dalle fasce d’età previste, nemmeno in occasione degli Astra day che sono stati dedicati alla somministrazione di seconde dosi per il personale scolastico che sarà impegnato negli esami di maturità.