Una mozione urgente su un tema profondamente delicato com’è l’assistenza ai bambini disabili non discussa in Consiglio perché, si vede, non c’era tempo. Una decisione che ha fatto letteralmente imbestialire il Movimento cinque stelle regionale, tanto da spingere il consigliere regionale pentastellato in Lombardia Gregorio Mammì a dire che “per la maggioranza di Fontana è più urgente occuparsi di vacanze che di bambini disabili”.
Partiamo da principio. Cos’è accaduto due giorni fa?
Il Consiglio regionale ha deciso di non votare l’urgenza per la nostra mozione sull’Assistenza domiciliare integrata (Adi) nonostante fossero solo le 18 e avessimo tutto il tempo di discuterla e quindi abbiamo dovuto rimandarne la discussione alla prossima seduta.
Cosa si chiedeva nella mozione?
Si chiedevano essenzialmente due interventi, uno con effetti pratici nell’immediato, l’altro con risultati riscontrabili più nel medio-lungo periodo: la prima proposta è di destinare parte del budget regionale per l’Adi alle famiglie con minori con disabilità. Al momento infatti c’è un unico capitolo nel bilancio regionale per l’assistenza domiciliare, ma senza distinzioni. Negli anni questa impostazione ha portato a una sperequazione di risorse: ad oggi la maggior parte degli erogatori del servizio si occupano solo di anziani; secondo, una diversa impostazione per la formazione specifica per gli operatori socio sanitari (O.s.s.) perché ad oggi c’è una grave carenza di professionalità specifiche e se gli O.s.s. potessero entrare nel percorso di assistenza si coprirebbero in parte i buchi dal punto di vista del personale dedicato all’Adi.
Quali sono le richieste che vi sono arrivate dalle associazioni?
Le associazioni hanno chiesto un adeguamento delle risorse umane ed economiche perché la vita quotidiana delle famiglie che necessitano di un’assistenza domiciliare è ormai difficilissima. Lo era già prima, ma lo è ancora di più oggi con un’emergenza pandemica che ha drenato tutte le risorse disponibili verso la lotta al Covid. Si aspettano dunque un aiuto prima possibile, perché ogni giorno che passa peggiora la situazione.
Di cosa invece si è discusso?
Invece si è discusso di intitolazioni di ospedali, di tamponi e vaccini per le vacanze, dell’utilizzo delle stazioni ferroviarie chiuse, insomma di tutto meno che di minori disabili e delle loro esigenze in un momento così complicato. Non che gli altri temi non siano importanti, ma non possiamo dimenticarci degli ultimi, soprattutto se più fragili, se vogliamo occuparci del futuro. Lo ripeto: avevamo tutto il tempo perché erano le 18, ma evidentemente la maggioranza a trazione leghista ha preferito rimandare la discussione su queste proposte. Speriamo che la prossima volta dimostrino maggiore attenzione.
Ora che cosa accadrà? Che fine fa questa mozione?
Noi non ci arrendiamo e riporteremo la mozione in aula, perché vogliamo sostenere lo sforzo delle associazioni e delle famiglie impegnate su questo tema di primaria importanza. E se anche dalla maggioranza non arriveranno aperture, continueremo a batterci in ogni sede istituzionale per dare voce ai più fragili e ottenere il consenso istituzionale su quelle che reputiamo battaglie di civiltà che vanno oltre i colori politici. Vogliamo far capire all’Amministrazione Fontana che su questo tema si può e si deve intervenire concretamente e in tempi rapidi: tra l’altro siamo nel momento di riscrittura della legge regionale che regola la sanità, un’occasione per riequilibrare le risorse e tutelare i più deboli