Un solo voto. E’ stato sufficiente al Parlamento europeo per sconfessare la linea tenuta dalla Commissione europea sulla liberalizzazione dei vaccini. L’Eurocamera ha approvato un emendamento sostenuto dal M5S, dai Verdi e dalla Sinistra, che chiede una revoca temporanea dei diritti di proprietà intellettuale per i vaccini Covid-19. L’emendamento che fa parte di una risoluzione sulla posizione da tenere al Wto è passato per il rotto della cuffia: 325 favorevoli e 324 contrari.
Stop ai brevetti sui vaccini.
Gli astenuti sono stati 45. Ma per cantare vittoria bisognerà attendere il voto finale sulla risoluzione che arriverà questa mattina. L’Europarlamento, però, per il momento ha voltato le spalle a Ursula von der Leyen. La Commissione venerdì scorso, senza aspettare che il parlamento si esprimesse, ha presentato al comitato sulla proprietà intellettuale del Wto la sua proposta che insiste sull’applicazione delle regole esistenti e sulla necessità di fermare le restrizioni all’export. Nulla sulla sospensione dei brevetti invece invocata dagli Usa di Joe Biden.
Una linea che la presidente della Commissione ha confermato fino a ieri mattina: “Credo che la proprietà intellettuale debba essere protetta”, ha detto intervenendo al Parlamento europeo, prima del voto, e sottolineando che Bruxelles “è pronta a discutere” la proposta degli Usa, ma precisando che al Wto “servono delle regole chiare”. Von der Leyen ha ricordato che la Commissione ha formalizzato le sue proposte al Wto: “Le licenze volontarie sono un modo per facilitare la produzione, ma in una emergenza globale come questa se le licenze volontarie non funzionano allora anche un modello obbligatorio può essere uno strumento legittimo”.
Al parlamento europeo sconfitte per un solo voto le destre e Big Pharma
Ma il Parlamento l’ha sconfessata come ora dice Tiziana Beghin, capodelegazione dei pentastellati all’Eurocamera. “È proprio il caso di dire Davide batte Golia. Con coraggio il Parlamento europeo si è schierato dalla parte dei più deboli, i paesi più poveri che chiedono più vaccini anti-Covid e a prezzi accessibili. Con appena un voto di scarto è stato approvato un emendamento che chiede di sospendere temporaneamente i brevetti dai vaccini. Chi pensava di schierare l’Unione europea dalla parte delle multinazionali del farmaco si sbagliava. Chi pensava di calpestare l’interesse pubblico per ingrossare i profitti di Big Pharma ha perso.
Vincono invece tutti quelli che credono che il vaccino sia un bene pubblico, i cui benefici devono essere distribuiti senza distinzioni fra tutti i cittadini del mondo. La Commissione europea, che aveva scelto un’altra linea, viene sconfessata”. Già nei giorni scorsi, ricorda Beghin, avevamo chiesto di aspettare il verdetto del Parlamento europeo prima di determinare la propria posizione negoziale in sede Wto. “Auspichiamo dunque, alla luce di questo voto storico, che la Commissione europea cambi immediatamente linea e sposi in toto la proposta americana di sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini ma anche delle attrezzature tecniche per realizzarli e il know how.
Sostenuto da M5S, Sinistra e Verdi
Su questo il Movimento 5 Stelle ha combattuto una battaglia per la giustizia sociale in ogni sede istituzionale italiana ed europea: già il 1° marzo avevamo presentato un’interrogazione orale cercando un confronto con la Commissione europea. Abbiamo perso tempo prezioso”. In attesa della conferma con il voto finale alla risoluzione, ribadisce l’esponente pentastellata, “possiamo dire che il Parlamento europeo manda un messaggio politico chiave. Sarebbe un pessimo segnale se la volontà dei rappresentanti dei cittadini non venisse ascoltata”.
Esulta anche il Pd. “Un risultato straordinario, ma mancano all’appello i voti degli altri partiti italiani, Forza Italia e Fratelli d’Italia contrari, mentre la Lega si astiene”, dichiara Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati Pd. “Domani (oggi, ndr) sapremo i risultati del voto finale della risoluzione in esame a Strasburgo e tutti i nodi verranno al pettine. Ci auguriamo che la destra non affossi una risoluzione fondamentale dell’Eurocamera, che manda le sue raccomandazioni alla presidente von der Leyen in vista dei delicatissimi negoziati con il resto del mondo. Bisogna scegliere se viene prima il diritto alla salute o il diritto al profitto”, conclude Benifei.