“Io devo ancora chiarire con i consulenti tecnici quali saranno le modalità di questo accertamento irripetibile. Solo dopo faremo gli avvisi”. È quanto ha detto la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi (nella foto), in merito ai previsti accertamenti irripetibili sulla tragedia della funivia del Mottarone che potrebbero portare a nuove informazioni di garanzia per altri indagati, oltre ai tre già individuati (leggi l’articolo). “È una possibilità che esiste in tutte le attività di indagine” ha detto ancora il magistrato aggiungendo che “altre responsabilità potrebbero emergere anche in questa indagine, come nelle altre e dunque non è una certezza”.
“Ho preso atto – ha chiarito Bossi – di ciò che è emerso dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti”. E in merito alle “affermazioni contenute nell’ordinanza del gip”, dove si dice che l’operatore che non tolse i ceppi quel 23 maggio ai freni di emergenza avrebbe dovuto essere sentito da indagato e non da teste, Bossi ha voluto precisare: “Quel giorno i testi e i dipendenti sono stati chiamati tutti in contemporanea nella stazione dei carabinieri di Stresa e noi in quel momento non avevamo alcun elemento per sentirli come indagati, e lo stesso per Tadini”. Il caposervizio, che diede l’ordine di tenere disattivati i freni fu sentito come teste; poi il verbale fu interrotto e proseguì con lui indagato.
Gli accertamenti irripetibili che saranno disposti nell’inchiesta sull’incidente della funivia del Mottarone “sono finalizzati a capire perché la fune si è rotta e si è sfilata, e se il sistema frenante aveva dei difetti”, e da queste analisi si vedrà se “emergeranno” anche altre responsabilità. “Io non sono ancora in grado di dire perché si è verificato questo evento” ha detto ancora la procuratrice di Verbania. Proprio per questo ci sarà una consulenza tecnica con la forma degli “accertamenti irripetibili”.