“Una grande ferita per il Paese”. È quanto ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, nel corso dell’informativa alla Camera sull’incidente della funivia del Mottarone che domenica è costato la vita a 14 persone (leggi l’articolo). “Dalla disamina dei fatti illustrati da tutti i presenti – ha detto l’esponente del Governo – è emersa la prontezza nella risposta del sistema di soccorso che si è caratterizzata per la tempestività e la totale collaborazione di tutti gli enti”.
“Nel corso dell’attività di indagine – ha confermato Giovannini -, a carico dei predetti sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, dal quale sarebbe derivato il disastro”.
Giovannini ha quindi sottolineato come “la commissione del ministero svolgerà approfondimenti specifici, che si aggiungono agli accertamenti della Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie e Marittime, che ha già avviato un’inchiesta finalizzata ad accertare le cause dirette e indirette dell’incidente e a individuare le azioni più opportune per evitare il ripetersi di eventi analoghi, fermo restando l’accertamento delle eventuali responsabilità, di esclusiva competenza della magistratura”.
“Che la mente umana possa pensare di mettere a rischio la vita delle persone per un fattore economico trovo che sia qualcosa di abominevole” ha detto, invece, sempre a proposito della tragedia del Mottarone, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. “Chi ha fatto questo – aggiunge – è giusto e doveroso che paghi e paghi fino in fondo”.
Confermando le valutazioni espresse più volte in questi giorni dal procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi, titolare dell’inchiesta sull’incidente della funivia del Mottarone, il decreto di fermo dei tre indagati, sottolinea che “i fatti contestati sono di straordinaria gravità in ragione della deliberata volontà di eludere gli indispensabili sistemi di sicurezza dell’impianto di trasporto per ragione di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza finalizzate alla tutela dell’incolumità e della vita dei passeggeri”.
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Per la procura di Verbania “sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili”. Lo si legge ancora nel decreto di fermo disposto nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente amministratore unico, direttore di esercizio e capo servizio della funivia del Mottarone.
L’udienza di convalida dei fermi dei tre indagati, si è appreso oggi, si terrà sabato mattina. I tre al momento restano in carcere. È previsto oggi, infine, il primo sopralluogo del perito nominato dalla Procura, Giorgio Chiandussi, docente del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino.