Rimesso ordine, rimuovendo le macerie lasciate dal sistema emerso con “Mafia Capitale”, e fatta pulizia in Campidoglio, la sindaca Virginia Raggi guarda ora al futuro di Roma, punta a una smart city, al Giubileo 2025 e all’Expo 2030. Progetti e idee presentati ieri all’Auditorium Parco della musica (qui il video), in un evento organizzato dall’esponente pentastellata per lanciare appunto i nuovi obiettivi di crescita e innovazione per la capitale.
L’EVENTO. All’appuntamento, denominato “Roma Smart City 2030”, hanno partecipato rappresentanti delle piú importanti imprese che hanno sede nella capitale, come Roma Aeroporti e Terna, oltre che il ministro degli esteri Luigi Di Maio. “Roma ha bisogno delle imprese così come le imprese hanno bisogno di Roma e dell’Italia per vincere le sfide del futuro”, ha affermato la sindaca, sottolineando che senza imprese e lavoratori non c’è sviluppo. “Si aprono per Roma e per il Paese delle sfide eccezionali. Mai prima d’ora abbiamo potuto contare in una capacità di investimento e di risorse come quelle del Recovery Plan. Una parte di quelle risorse deve atterrare sul territorio della capitale. Queste risorse sono una leva finanziaria che può valere come moltiplicatore per due, cinque volte a seconda di come vengono utilizzati”, ha detto.
La Raggi ha poi sostenuto l’importanza di passare da un’idea di sviluppo sostenibile a un’idea di sviluppo condiviso, adeguando i poteri di Roma capitale alle sue necessità, dopo aver ridotto i tempi di pagamento alle imprese da 57 a 11 giorni, essere riuscita a portare 900 nuovi bus entro la fine del 2021, aver investito 100 milioni di euro per la cura del verde e la manutenzione degli alberi e previsto 1,5 miliardi di euro di investimenti nel prossimo triennio. La Raggi ha parlato anche dei programmi presentati al Governo per i fondi del Recovery: 159 progetti per un ammontare di 25 miliardi di euro.
“Nei prossimi anni – ha dichiarato – vorremmo creare 2000 posti di lavoro nel settore hi-tech e generare surplus di 50 milioni di euro in investimenti in questo settore superando le logiche assistenzialistiche del passato e investendo sul capitale umano”. Ha quindi proseguito con un piano casa che prevede 10mila nuove case popolari e progetti di social housing e la candidatura per l’Expo 2030. “Per la candidatura – ha concluso Di Maio – noi come Maeci ci siamo ma per giocare le nostre capacità di successo serve unità istituzionale”.