Spingono i pentastellati sul salario minimo incassando il sì di Cgil e Uil e registrando le perplessità, per non dire ostilità, di Confindustria. Non “è più procrastinabile un intervento a livello europeo che renda omogenee le condizioni del salario minimo in tutta l’Unione”, dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel corso di un webinar del Parlamento europeo dedicato alla Direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’Ue. “Ciò non significa che i salari debbano parificarsi nei 27 paesi membri, ma parametrarsi su soglie minime calcolate sulla base del livello di povertà in ciascuno di essi”, ha precisato il titolare della Farnesina.
“Per questo, sono molto soddisfatto che sia in corso di negoziato una proposta di direttiva quadro sui salari minimi adeguati in Europa”, ha aggiunto. Si tratta di una battaglia di giustizia sociale, ha spiegato ancora, che “non solo contrasta la povertà e riduce le diseguaglianze pericolosamente allargatesi a causa della pandemia, ma consente agli ordinamenti più avanzati sul piano del welfare di proteggersi dalla competizione sleale di paesi che attirano la delocalizzazione delle imprese, comprimendo verso il basso il costo della manodopera”.
A spingere sulla direttiva la numero uno della Commissione Ue (leggi l’articolo): “Il dumping salariale – ha detto Ursula von der Leyen– danneggia i lavoratori e gli imprenditori onesti, mette a repentaglio la concorrenza sul mercato del lavoro”. Il M5S, parallelamente all’iter avviato dalla Commissione Ue, ha depositato una nuova proposta di legge sul salario minimo che ‘aggiorna’ e punta a introdurre una soglia minima di dignità salariale inderogabile per spingere verso l’alto i salari.
Dall’archivio: Il Reddito di cittadinanza resta. Ed è ora del salario minimo. Parla l’ex ministra Cinque Stelle, Catalfo: “Occorre una soglia minima di nove euro all’ora”.
“Il nuovo ddl, di cui sono seconda firmataria (prima è l’ex ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ndr) – ha osservato la presidente della commissione Lavoro del Senato, Susy Matrisciano (M5S, nella foto) -, valorizza i ccnl cosiddetti ‘leader’, definisce i criteri per individuare il grado di rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali, introduce una sorta di test di ‘dignità’ salariale, pari a 9 euro, in linea con i parametri di adeguatezza indicati dalla proposta di direttiva europea, e, tra le altre cose, prevede agevolazioni per le aziende, come la detassazione della parte di salario aggiuntivo dovuto al rinnovo contrattuale o all’applicazione del salario minimo, e il rafforzamento delle attività di vigilanza per verificare l’effettiva l’applicazione dei ccnl e dei trattamenti minimi retributivi’’.
La proposta di direttiva sul salario minimo prodotta da Bruxelles, una volta attuata, imporrà agli Stati membri di armonizzare le proprie legislazioni al fine di garantire salari adeguati in tutti i paesi europei. In base agli ultimi dati Eurostat svettano in cima alla classifica dei paesi che hanno il salario minimo il Lussemburgo (2.201.93), l’Irlanda (1.723.80) l’Olanda (1.684.80). In Francia il salario minimo invece è fissato in 1.554.58 euro, in Germania in 1.614.00, in Spagna in 1.108.33. L’Italia, invece, è uno dei pochi paesi Ue a non aver ancora istituito il salario minimo.
“Auspichiamo che anche tutti i partiti italiani sostengano questa direttiva che aiuta i lavoratori e difende le imprese italiane dal dumping salariale”, dice l’eurodeputata grillina Daniela Rondinelli. Intanto, e non era scontato, i pentastellati incassano l’appoggio di parte dei sindacati. “Sosteniamo la direttiva Ue sul salario minimo” dichiara Susanna Camusso della Cgil. E anche la Uil garantisce il suo appoggio “affinché il percorso intrapreso per aumentare i salari e combattere il lavoro povero vada avanti”. Dice no alla direttiva Confindustria: “Apre più problemi di quelli che va a risolvere”.