Ormai è diventata una saga a puntate, quella fra il M5S e l’associazione Rousseau, non è dato sapere come si concluderà ma quel che è certo è che il lieto fine è pressoché impossibile. E, nell’ultima “puntata” non ha certo usato giri di parole Enrica Sabatini, braccio destro di Davide Casaleggio (nella foto con Crimi) e socia della piattaforma di democrazia partecipata che consente agli iscritti di esprimere il proprio parere sulle scelte del Movimento.
E proprio gli iscritti, come è noto, sono il nodo del contendere, le cui generalità Casaleggio e Sabatini si rifiutano di fornire per motivi di privacy sia al leader in pectore Giuseppe Conte che al reggente Vito Crimi, con il quale i rapporti sono tesissimi, come testimonia l’intervista rilasciata al Corriere della sera qualche giorno fa dalla stessa Sabatini: “Fino a che ci sarà Vito Crimi le possibilità di un accordo tra il M5S e Rousseau saranno zero. Da 10 mesi fa saltare ogni possibile serena collaborazione. Purtroppo – ha spiegato – se cerchi autorevolezza politica in un foglio di un tribunale, si arriva alla situazione imbarazzante che viviamo oggi”, aggiungendo che l’unico interlocutore serio e legittimato probabilmente potrebbe essere Luigi Di Maio che “è un decisionista a differenza di tanti procrastinatori seriali”.
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Elogio a Di Maio a parte, la situazione non è delle più serene e l’eventualità che la partita finisca per essere giocata nelle aule giudiziarie si fa sempre più concreta. Anche perché, al netto del nuovo “capitolo” nella contesa in corso a Cagliari, dove il tribunale ha revocato la nomina del curatore Silvio Demurtas per nominare un nuovo avvocato delegato a rappresentare il M5S nel giudizio sulla consigliera regionale Carla Cuccu espulsa e allo stesso tempo ha respinto l’istanza di De Murtas, che andando oltre le funzioni che gli erano state conferite aveva chiesto che il magistrato ordinasse all’associazione Rousseau di consegnargli l’elenco degli iscritti, fra quest’ultima e i pentastellati la questione a monte è sempre la medesima, inutile giraci intorno: follow the money, un buco da 450mila euro.
Nell’intervista al Corriere è infatti ancora una volta sottolineato dalla Sabatini “Che ci sono stati dei confronti con Conte, ma anche qui il problema è Crimi: mentre lui garantiva, anche pubblicamente, che i debiti sarebbero stati onorati, Crimi inviava email per dire che il M5S non li avrebbe invece riconosciuti”.