Oscar Camps della Ong Open Arms ha pubblicato su Twitter la foto agghiacciante di un bambino morto insieme a una donna sulla spiaggia di Zuwara in Libia. Secondo il racconto di Cecilia Strada su Facebook quei corpi sono stati riportati dal mare, dopo l’ultimo naufragio. E sono rimasti lì abbandonati sulla spiaggia per tre giorni.
La foto del bambino migrante morto sulla spiaggia di Zuwara in Libia
“La sabbia sulla faccia, che quasi non si vede più”, scrive Cecilia Strada. “Un bambino ha una camicetta, un po’ verde, un po’ blu. Uno è avvolto in una coperta con i fiori, o forse è una tutina, di quelle con i piedi. Difficile distinguere che cosa è stoffa e cosa bagnasciuga”.
Todavía estoy en shock por el horror de la situación, niños pequeños y mujeres que solo tenían sueños y ambiciones por vivir. Llevan más de 3 días abandonados en una playa de #Zuwara #Libia. No le importan a nadie. #CadaVidaCuenta pic.twitter.com/yAXmKWOqgI
— Oscar Camps (@campsoscar) May 24, 2021
“Non la pubblicherò, perché mi dà la nausea. Perché se fosse mio figlio, morto, non lo vorrei in pasto al mondo. Non la pubblicherò perché ho già passato del tempo, nella mia vita, a rispondere a quelli che “Eh ma è una foto finta, un bambolotto, guarda com’è bianco!”, spiegando che è quello che l’acqua fa a un corpo, quando ci anneghi dentro.
“L’ho già fatto, e non lo voglio fare più. Non la pubblicherò perché io non lo so, sinceramente non lo so, se ha senso pubblicare queste foto: colpiscono chi vorrebbe affondare i barconi, fanno cambiare idea? O forse colpiscono solo – e fanno male – chi è già sensibile?”, conclude la figlia di Gino Strada. Che poi ricorda anche la vicenda di Mosua Balde, preso a Ventimiglia: “Intanto, un ragazzo di ventitré anni si è suicidato nel CPR di Torino. A Ventimiglia era stato aggredito a sprangate. Dimesso dall’ospedale, è stato riportato nel CPR. Si è impiccato con le lenzuola del letto. Si chiamava Musa Balde.