Non è certo caratterizzata da segnali di distensione fra i due leader dei due maggiori partiti di centrodestra la vigilia di quello che dovrebbe essere il vertice decisivo, il primo vis à vis dopo tre mesi – che peraltro sancì la scelta di Lega e FI di appoggiare l’esecutivo Draghi e quella opposta di FdI di stare all’opposizione – per decidere i candidati comuni da schierare nelle grandi città al voto in autunno. Quella di ieri è stata l’ennesima giornata di frecciate fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, impegnati in un difficile gioco di potere sul Copaisr, che ormai sta diventando un vero e proprio terreno di scontro tutto politico fra i due, ma non solo.
I sondaggi continuano a registrare da una parte l’ascesa di FdI e parallelamente il declino della Lega, tant’è che alla domanda sul temuto sorpasso, il leader del Carroccio risponde sarcastico: “E se sbarcano alieni? Ci porremo il problema quando sbarcheranno e penso non sbarcheranno da qui a breve”. La risposta di Meloni non si fa attendere. “Caro Matteo, sappiamo entrambi che uniti facciamo paura perché la nostra coalizione è forte – tenta di smorzare -. Volevo ribadire che siamo alleati, alleati convinti… E però – precisa subito dopo – anche noi, ogni tanto, se prestiamo meno il fianco a questo racconto delle divisioni tra di noi ci aiutiamo a essere più forti”.
Quel che è certo è che queste frizioni e rivalità non aiutano a comporre un puzzle di nomi spendibili e credibili da contrapporre alle amministrative alla sinistra e ai 5Stelle. Ieri a un certo punto come possibile candidato per Roma – dove dopo il rifiuto categorico di Bertolaso, insieme a quello di Albertini a Milano, si addensano le nubi più compatte da disciogliere – era girato il nome di Enrico Michetti (nella foto), professore di diritto e avvocato indicato come vicino alla leader di FdI, tuttavia, sembra un’ipotesi non destinata a concretizzarsi. Interpellato dall’agenzia di stampa Nova, Michetti ha chiarito: “Io sono al di fuori del contesto politico. Ci sono stati degli attestati di stima da parte di personaggi della politica ma sono di carattere personale. Chiaramente questo mi lusinga, come il fatto che si faccia il mio nome. Ma è la politica che decide”.
E dalla politica che conta, intesa come i vertici dei partiti della coalizione, non è arrivato nessun segnale in tal senso. Fino ad ora nomi ‘nuovi’ non sono emersi, si sta giocando a carte coperte fino al vertice. Nel caso non si riesca a trovare delle personalità con profili civici di rilievo disposte a candidarsi – come era nei desiderata di tutti i partiti della coalizione – è però evidente che si dovrà necessariamente optare sui politici. Fra gli azzurri, da qualche giorno, hanno fatto filtrare la loro disponibilità Francesco Giro e Maurizio Gasparri, mentre l’account Twitter ufficiale di FI Roma Capitale ieri ha rilanciato l’ironico post di Francesco Storace: “Ero a San Pietro e tutti si chiedevano chi fosse quello vestito di bianco vicino a Michetti. Roma merita un grande sindaco. Non ci mortificate”.
Intanto ieri Salvini ha messo le mani avanti: “Non so se l’incontro sarà conclusivo, sicuramente sarà utile per arrivare alla scelta migliore. Lo abbiamo già fatto su Torino e Napoli, sottolineando anche che “Fare il sindaco è una roba complicata, malpagata, come Lega presenteremo una richiesta per aumentare lo stipendio e soprattutto le tutele legali e giuridiche per i sindaci”.