Come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato ma a volte ci si indovina: con le dimissioni del leghista Volpi dalla presidenza del Copasir ma con la parallela richiesta di Matteo Salvini di procedere con le dimissioni in blocco di tutti gli altri componenti del Comitato, la situazione si è di fatto sbloccata solo apparentemente, e può essere letta dunque come un modo per alzare la posta nella trattativa che nei prossimi giorni dovrà essere imbastita per decidere i candidati comuni del centrodestra nelle amministrative d’autunno. Non a caso il segretario della Lega ieri, come richiesto da settimane da Giorgia Meloni, ha convocato per lunedì un vertice di coalizione, stavolta coi leader e non con i rappresentanti degli enti locali.
A 106 giorni dall’ultimo incontro – l’ultima volta che si sono visti vis à vis tutti è stato il 3 febbraio scorso – il nodo più complicato da sciogliere, dopo il niet di Albertini e Bertolaso, è l’individuazione dei candidati a Milano e Roma. “Il centrodestra sceglierà entro maggio i candidati nelle grandi città e lo farà in modo unito in tutta Italia, a differenza di Pd e 5 stelle che stanno litigando sostanzialmente ovunque”, ha rassicurato ieri Salvini, ma sui nomi non si sbilancia (negli ultimi giorni per la Capitale erano spuntati quelli dell’azzurro Maurizio Gasparri e della leghista Giulia Bongiorno): “Non fatemi fare nomi. Per quello che mi riguarda, Bongiorno sarà un ottimo ministro”, ha tagliato corto.
Dall’archivio: Candidati in fuga dal Centrodestra. Slitta ancora il vertice dei leader. Si complica la sfida in vista delle amministrative. Bongiorno si sfila. Sulla Capitale e su Milano è il caos.
Allo stato, l’unico nome ‘certo’ – a meno di sorprese e veti incrociati – è quello dell’imprenditore Paolo Damilano a Torino, in campo con la sua lista già da dicembre. In ogni caso, la volontà di correre uniti costi quel che costi è stata espressa ieri anche dal capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida: “Sulle candidature per le amministrative il centrodestra non può fare peggio del centrosinistra che, ad esempio su Roma, ha tre candidati e ha cominciato a litigare pubblicamente su tutto mentre noi avremo una candidatura unitaria”. Come si evince, la Capitale è la sfida delle sfide: il Movimento 5 stelle, sempre più compatto intorno a Virginia Raggi, ha annunciato ieri di aver creato una nuova piattaforma ad hoc per la campagna elettorale.
“In vista delle prossime elezioni amministrative, inauguriamo uno strumento on line tutto nuovo, di proprietà del M5S e gestito dal M5S”, hanno spiegato i parlamentari pentastellati eletti a Roma. Per quanto riguarda il centrosinistra ‘allargato’, il 20 giugno ci saranno le primarie e il super favorito è il candidato Pd Roberto Gualtieri, ma per quanto riguarda la sfida reale dovrà poi contendersi un bacino elettorale simile non solo con la Raggi ma anche con Carlo Calenda (supportato anche da Italia Viva).
Sul fronte del progetto di dare vita ad un fronte progressista con un’alleanza organica anche al primo turno fra Pd e M5S, il responsabile Enti Locali della segreteria dem Francesco Boccia vede il bicchiere mezzo pieno: “Comprendo l’attenzione sulle amministrative nelle città capoluogo di Regione, ma ci sono oltre 1.304 comuni che vanno al voto in autunno e avremo accordi al primo turno con il M5S nel 40-50% dei comuni capoluoghi di Provincia”.
E ribadisce: “Dove si può, si fa l’alleanza con il M5S”. Sicuramente c’è, da entrambe le parti, la volontà di correre con un candidato unico a Napoli e, dopo il forfait dell’ex ministro del Conte bis Gaetano Manfredi – in ogni caso non ancora dato per perso e sul quale si sta facendo un notevole pressing affinché ci ripensi – sono al vaglio altri nomi, come quello del sottosegretario Enzo Amendola in quota Pd o dell’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa per il Movimento.