Onorevole Davide Tripiedi (M5S), dai dati pubblicati dall’Inail emerge un aumento delle denunce di infortunio con esito mortale. Fra gennaio e marzo di quest’anno sono state 185 contro le 166 rilevate nell’analogo periodo del 2020, con una crescita dell’11,45%. Numeri ai quali si aggiungono quelli delle ultime settimane, a iniziare dal caso della giovane Luana D’Orazio. Come si fa a spezzare questo andamento?
La sicurezza nei luoghi di lavoro e l’azione di contrasto al lavoro irregolare costituiscono un problema grave per il nostro Paese, ora accentuato dalla diffusione del Coronavirus. La sicurezza è un valore sociale e deve essere favorito l’investimento nelle migliori tecnologie in tema di sicurezza a protezione dei lavoratori. A tal fine è essenziale l’investimento nei piani di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e nell’ammodernamento dei macchinari, degli strumenti di lavoro e dei processi produttivi.
Tutto qui o c’è altro?
Occorre introdurre anche sistemi di premialità per le imprese virtuose che investono in macchinari tecnologicamente avanzati in grado di ridurre il rischio infortuni e rafforzare gli interventi finalizzati alla prevenzione, alla formazione, all’informazione e alla responsabilizzazione in materia di sicurezza. Sicuramente una spinta importante verrà anche dalle risorse provenienti dal PNRR.
Al momento su questo tema, nonostante le dichiarazioni di intenti, il governo e in particolare il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sembra fermo. Questa situazione la preoccupa?
Il ministro Orlando ha già annunciato di voler procedere all’assunzione di nuovi ispettori del lavoro e ne apprezziamo la sensibilità. Ma non basta: siamo convinti che il tema della sicurezza sul lavoro deve passare attraverso una profonda trasformazione dell’attuale assetto dell’INL che mostra grosse criticità sia dal punto di vista del coordinamento dell’azione ispettiva sia per quanto riguarda la concentrazione nell’INL delle competenze esercitate dai diversi Istituti (Inail e Inps) che sacrifica la specificità di funzioni e delle competenze del personale ispettivo. Per questi motivi proprio ieri ho incontrato, insieme al collega Claudio Cominardi, il Ministro Orlando al quale ho rappresentato l’esigenza di mettere mano alla riforma dell’INL prevedendo l’abrogazione del ruolo ad esaurimento ed il rilancio dell’azione di prevenzione e repressione degli infortuni sul lavoro.
Altro tema è quello delle pensioni. Senza un intervento entro i prossimi mesi, e con la scadenza di Quota 100 a fine anno, si rischia un ritorno alla legge Fornero. Voi vi siete sempre opposti a questo provvedimento, che cosa pensate di fare per evitare che ciò accada?
A dicembre di quest’anno terminerà la sperimentazione di Quota100 introdotta con il decreto legge n. 4 del 2019. Personalmente ritengo sia da valutare attentamente la proposta lanciata dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico: in pensione a 62-63 anni con il sistema contributivo, con uno scalone di 5-4 anni che permette poi di ricalcolare l’assegno pensionistico a 67 anni seguendo i criteri del sistema retributivo. È un sistema a “doppia uscita” interessante e che potrebbe sostituire Quota100. Occorre inoltre introdurre una pensione di garanzia per i giovani lavoratori e precari.
A che punto è la sua proposta di legge per l’accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori delle imprese edili e affini? Riuscirà ad essere approvata entro la legislatura?
Ho presentato in Commissione Lavoro una proposta di legge per assicurare l’accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori edili particolarmente esposti al rischio infortuni vista la pericolosità del lavoro che svolgono. La proposta prevede l’applicazione delle disposizioni previste per gli altri lavori usuranti. Abbiamo terminato un intenso ciclo di audizioni, presto faremo il Comitato ristretto per risolvere alcune questione tecniche ma sono molto fiducioso sui tempi di approvazione della proposta visto che ha trovato un ampio consenso tra le forze politiche.