Esplode in tutta la sua pienezza il caso del presidente del Torino Calcio nonché proprietario del più grande quotidiano italiano, il Corriere della Sera, Urbano Cairo, che in un video amatoriale con dei tifosi dà della cretina alla sindaca dell’ex e prima Capitale d’Italia, Chiara Appendino. La Rete non perdona si sa, e così poco dopo il video registrato durante la trasferta con sconfitta a la Spezia comincia a girare ovunque provocando la reazione della stessa sindaca che commenta: “Non intendo rispondere a degli insulti. Sono frasi che si commentano da sole. Ciò che mi auguro, da sindaca della città, è che il Torino, nelle prossime due partite, possa fare i punti necessari per rimanere in A. Nel merito del Robaldo, come il presidente ben sa non sussistono questioni politiche, ma solo tecniche”.
Corsera, La7, Stampubblica & C. La clava dei giornaloni contro le sindache 5 Stelle
Nodo del contendere, l’impianto sportivo che il Torino ha chiesto per le sue giovanili senza ottenere – a dire dei dirigenti – risposte esaurienti. Infatti Cairo dice nel video che il Robaldo diverrà operativo appena se ne andrà la sindaca, appunto per questo definita “deficiente”, salvo poi scusarsi, sebbene ribadendo il punto sul progetto a suo dire ancora fermo per l’inerzia comunale, una volta deflagrate le polemiche. “Riguardo poi al Robaldo, la nostra colpa, come ha detto in una intervista il capo di gabinetto della sindaca Luca Palese è che abbiamo chiesto di poter realizzare un centro sportivo che richiedeva un investimento maggiore ed era anche più funzionale per la città”. Se a causa di questo si è dovuto aspettare cinque anni per realizzare questo centro sportivo, e non c’è ancora l’ok per partire, giudichino i torinesi se questa è una cosa giusta”.
Nel merito il Comune ha chiarito che il problema del blocco è dovuto all’illuminazione non sufficiente. Il comportamento di Cairo è stato ampiamente esecrato e lui si è scusato è vero, ma non ha rinunciato a puntualizzare e questo –in un certo senso- rafforza gli insulti iniziali perché se ti devi scusare scusati e basta senza aggiunte che appunto possono in realtà ribadire quanto affermato, invece di smentirlo. L’atteggiamento di Cairo è però illuminante, nel senso che permette di capire abbastanza agevolmente la linea che l’editore e presidente del Torino, una squadra sull’orlo della serie B, come ha fatto notare la sindaca, ha impartito al suo “combinato disposto” e cioè Corriere della sera e La 7 l’input di impallinare quotidianamente i Cinque Stelle e di questo francamente se ne erano accorti tutti.
Gli attacchi a Raggi e Appendino
Il gruppo Cairo dopo un iniziale interesse per il Movimento ai tempi del governo gialloverde e grazie principalmente al direttore Enrico Mentana si è trasformato in un acerrimo censore che non perde occasioni per rinfierire mediaticamente. Si pensi, ad esempio, a trasmissioni come Piazza Pulita su La7 con Corrado Formigli che sbraita in diretta contro l’eurodeputato Cinque Stelle Dino Gianrusso. Come non pensare che ci sia appunto un collegamento tra la linea editoriale e i suoi problemi imprenditoriali? Ma Cairo non è certamente l’unico a segnalarsi per il tiro al grillino. Un altro gruppo storicamente avverso al Movimento è Gedi e in particolare la Repubblica che si distingue per la sua nota acidità corrosiva.
Ad esempio Annalisa Cuzzocrea, che sarebbe la “cinquestellista” ufficiale, e che in una intervista dalla Gruber a Otto e mezzo (sempre La 7), si è vantata nel 2019 di aver intercettato Grillo nascondendosi nei bagni dell’hotel Forum (sic!) e che cerca di seminare zizzania nel Movimento, quando può, col il suo ditino perennemente sollevato. Si è ritagliata infatti il ruolo di sacerdotessa e oracolessa che non perde occasione per profetare problemi e sciagure per il Movimento che nonostante le sue tirate però è sempre lì. Dal “giornalismo sanitario” – nel senso carpito da luoghi deputati ad altre funzioni – passiamo a quello de Il Messaggero, del gruppo Caltagirone.
È difficile pensare che l’ostilità a 360 gradi del quotidiano romano non sia influenzato dal fatto che la sindaca di Roma Virginia Raggi abbia optato per far costruire, a suo tempo, lo Stadio della Roma a Tor di Valle lontano dai possedimenti del gruppo edilizio dell’editore a Torvergata. E pure il quotidiano free press Leggo, afferente allo stesso Caltagirone quando può bastona la Raggi. Se si escludono Il Fatto Quotidiano e La Notizia, ci sono solo voci che gorgheggiano ad alta frequenza all’unisono contro il Movimento che comunque è pur sempre il principale azionista del Parlamento, nonostante tutto. Ma l’Italia è così. Quando si dà fastidio ai manovratori si incappa sempre nel brutto tempo.