di Fabrizio Gentile
In un’Italia dove non c’è nulla di sicuro, dove il governo rischia ogni mese di cadere, dove lo spread sale e scende come sulle montagne russe, dove nemmeno gli annunci fatti dall’Esecutivo in conferenza stampa sono al sicuro da smentite nel giorno susseguente, una cosa stabile, con il segno +, esiste. Ma non è una buona notizia: è la disoccupazione giovanile. I dati Istat fotografano tutte le difficoltà del mercato del lavoro, ancora segnato dall’onda lunga della crisi. Sono sempre oltre 3 milioni i disoccupati in Italia. A luglio sono diecimila in meno rispetto a giugno ma 325mila in più rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il tasso di disoccupazione resta fermo al 12%, vicinissimo al record negativo di maggio scorso, ma sale per i giovani, al 39,5%. Guardando al secondo trimestre dell’anno, il saldo è ancora preoccupante: 370mila disoccupati in più, 585mila occupati in meno. Efficace la sintesi della Uil, “per il lavoro nessuna ripresina. Come previsto e temuto, ancora grandina sul lavoro”.
Nel dettaglio i numeri dell’Istat descrivono un quadro ancora nero. Il tasso di disoccupazione, a luglio, si attesta al 12,0%, invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 1,3 punti percentuali nei dodici mesi. Ancora più grave la situazione per i giovani. Tra i 15-24enni, le persone in cerca di lavoro sono 635mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 39,5%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,3 punti nel confronto tendenziale. A luglio il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 76 mila, diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-10 mila) ma aumenta dell’11,8% su base annua (+325 mila). Sempre il mese scorso, gli occupati sono 22 milioni 509 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,9% su base annua (-433 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 1,0 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. In valori assoluti la contrazione di occupati e la crescita dei disoccupati è ancora più evidente rispetto al dato del secondo trimestre. Si accentua la diminuzione su base annua del numero di occupati (-2,5%, pari a -585.000 unità), soprattutto nel Mezzogiorno (-5,4%, pari a -335.000 unità). La riduzione degli uomini (-3,0%, pari a -401.000 unita’) si associa a quella delle donne (-1,9%, pari a -184.000 unita’). Al persistente calo degli occupati più giovani e dei 35-49enni (rispettivamente -532.000 e -267.000 unita’) continua a contrapporsi la crescita degli occupati con almeno 50 anni (+214.000 unita’).