Nonostante l’associazione Rousseau non dia tregua al Movimento e soprattutto al leader in pectore Giuseppe Conte, che Davide Casaleggio non riconosce come “rappresentante legale” negandogli dunque l’elenco degli iscritti, il progetto del nuovo M5S prova a prendere la sua strada e, come si legge nella pagina ufficiale del Movimento, si avvarrà di un’altra piattaforma e-voting che, nel piano dei vertici, sarà solo uno strumento e non un protagonista in grado di intervenire su decisioni prettamente politiche. Il primo step sarà una grande campagna per le nuove iscrizioni del 2021 – spiega il capo politico Vito Crimi – Nel frattempo saranno gli iscritti a votare il nuovo Statuto e la leadership di Conte, blindata anche ieri da Luigi Di Maio (“Andiamo avanti con Conte, nessuno fermerà il suo arrivo”).
In ogni caso, nell’ennesima puntata della guerra tra Casaleggio e il nuovo M5S targato Conte, Crimi ha provato a lanciare il contrattacco presentando al Garante della privacy un’istanza di accesso alla documentazione sugli iscritti in possesso di Rousseau (leggi l’articolo) in qualità di rappresentante legale: l’accoglimento – è il ragionamento di Crimi – di fatto ha confermato che a loro avviso non ci sono dubbi sulla rappresentanza legale. Dunque, a differenza di quanto sostenuto da Casaleggio sulla scorta della sentenza del tribunale di Cagliari, il M5S avrebbe un suo leader e un suo rappresentante legale proprio nella persona di Crimi: cadrebbe così l’ipotesi di un ricorso ad una votazione online per definire il direttorio alla guida del Movimento che di fatto collimerebbe col progetto di guida del M5S targata Conte.
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In realtà non solo Casaleggio confuta la tesi (“Non rientra tra i compiti del garante dei Privacy definire chi sia o meno il rappresentante legale del M5S”,) ma ieri in un lungo post sul Blog delle Stelle ha elencato le “dieci fake news” sullo scontro del M5S, a partire da quella che Rousseau si sarebbe mostrata contraria al progetto politico M5s tanto da “provare a frapporre ostacoli”. Ovviamente non ha mancato di ricordare che “Per mesi e mesi e ancora oggi, il MoVimento gode di servizi che non paga lasciando un debito enorme e causando la cassa integrazione dei dipendenti”, ma il punto nodale riguarda ancora una volta la rappresentanza legale e, di conseguenza, la proprietà dei dati degli iscritti: “Quando sarà definito in modo chiaro il rappresentante legale del M5S, poiché ad oggi sono almeno in due persone a reclamarne il titolo, l’Associazione Rousseau potrà definire con quest’ultima figura tutte le questioni che è necessario dirimere”.
Il riferimento è al curatore speciale che è stato individuato dal tribunale di Cagliari, l’avvocato Silvio Demurtas, il quale a sua volta sostiene di aver chiesto a Rousseau i dati degli iscritti ma di aver ottenuto una risposta vaga: “Dicono che non possono darmi nulla perché la richiesta è generica e perché la cosa non mi compete. Insomma, non riconoscono la mia funzione”.
Demurtas avrebbe chiesto in alternativa, alla stessa Rousseau, di indire il voto per eleggere il Comitato direttivo “in modo da non bloccare l’attività politica del partito”. A questo punto si aprono vari scenari: il curatore potrebbe procedere con una richiesta di accesso agli atti al tribunale, in modo da imporre all’Associazione di fornirgli questi dati, ma se dovesse negarglieli lo scenario cambierebbe, la partita a quel punto tornerebbe ad essere squisitamente politica e ad essere giocata fra i due competitor principali, cioè il M5S e Rousseau. In ogni caso la matassa non si sbroglierà né facilmente e né tantomeno in tempi rapidi.