“Non abbiamo rinnovato l’ordine dopo giugno. Vedremo cosa succederà”. È quanto ha annunciato il commissario al Commercio interno dell’Ue, Thierry Breton, riferendosi ai contratti con il gruppo anglo-svedese Astrazeneca per la fornito dei vaccini anti-Covid.
Breton, tuttavia, non ha espresso critiche nei confronti del vaccino prodotto da Astrazeneca, che ha invece definito “molto interessante e molto buono”, soprattutto “per le condizioni logistiche e le temperature” cui può essere conservato. A non convincere Bruxells, come era già emerso nelle scorse settimane, è, piuttosto, la persistenza di gravi ritardi nei tempi di consegna delle dosi. “Abbiamo iniziato con Pfizer a lavorare con la seconda fase e i vaccini di seconda generazione”, ha detto ancora il commissario per il commercio Ue.
“Il vaccino AstraZeneca – ha sottolineato un portavoce della Commissione Ue – è molto importante per il nostro portafoglio. Viene somministrato a migliaia di europei ed è importante che riceviamo le dosi previste nel contratto”. Lo stesso portavoce ha confermato “che l’opzione dell’acquisto di ulteriori cento milioni di dosi non è stata esercitata dalla Commissione”. “La società – ha ribadito riferendosi ancora al gruppo Astrazeneca – non ha rispettato i suoi impegni. Per questo la Commissione ha deciso, a nome suo e a nome degli Stati membri, di una procedura legale davanti al Tribunale belga per ottenere la consegna delle dosi”.
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“La consegna di tutte le dosi previste dal contratto in vigore con AstraZeneca – ha aggiunto il portavoce dellal Commissione Ue – è la priorità per noi. Il contratto resta in vigore fino alla consegna dell’ultima dose. “A giugno non ci sarà nessun cambiamento” ha precisato il portavoce della Commissione Ue spiegando che il contratto con Astrazeneca “riguarda la consegna di dosi di vaccino per il periodo 2020-2021”.
L’Ue quindi attende che Astrazeneca “consegni il numero totale di dosi previsto dal contratto e per questo motivo c’è un’azione legale in corso”, ha spiegato il portavoce. “Non vogliamo terminare il contratto ma assicurare che le dosi previste siano consegnate”. Per l’esecutivo di Bruxelles conclusione di un contratto, “è sempre una decisione congiunta tra istituzioni e Stati Ue, in base allo stato della pandemia e ai bisogni che i singoli Paesi possono avere”. Una volta consegnate tutte le dosi previste da un contratto, “nulla vieta alla Commissione o agli Stati membri di negoziare un nuovo contratto”, ha infine precisato l’Esecutivo.