Al dicastero dello Sviluppo economico la tensione tra il ministro leghista Giancarlo Giorgetti e la viceministra M5S Alessandra Todde (nella foto) ha raggiunto livelli di guardia. A confrontarsi o meglio a scontrarsi sono due visioni completamente agli antipodi di politica industriale. Prendiamo per esempio la vertenza Acc-Embraco.
In ballo c’è la creazione del progetto Italcomp, il polo nazionale di compressori che coinvolgerebbe i 350 dipendenti Acc di Mel, in provincia di Belluno, e i 400 lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri, in provincia di Torino. Giorgetti aveva indicato come via preferenziale quella dell’investitore privato. La Todde, che ha da poco riottenuto le deleghe per la vertenza in questione, rimane fedele al progetto iniziale che prevedeva capitale pubblico per il 70% tramite il fondo crisi d’impresa e fondi regionali del Piemonte e del Veneto.
“In questo momento ci vuole un intervento pubblico importante che può essere da volano per quello privato. Non c’è niente di male se lo Stato entra in un’azienda, come dimostrano Francia, Germania e gli altri paesi industriali. Può entrare e restare dentro o entrare in una fase e poi uscire, ci sono diverse possibilità”, ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom. Secondo voci di corridoio Giorgetti, in cuor suo, vorrebbe vendere Acc a un privato e abbandonare al suo destino Embraco. Per ora si registra con amarezza che la ricerca dell’investitore privato – come ha confermato il numero uno del Mise – è andata a vuoto.