Si dirà è una bozza e non ancora il verbo definitivo. Perché il testo circolato ieri del prossimo provvedimento economico del governo Draghi, il decreto Sostegni bis o Imprese, riserva non poche sorprese. Si è fatto un gran parlare del nuovo meccanismo che si doveva mettere a punto per i ristori e delle risorse disponibili. Sul tavolo, si è detto fino all’altro giorno, ci sarebbero stati 22 miliardi sui 40 di scostamento approvati dal Parlamento.
Invece si scopre che per i contributi a fondo perduto ci sono 14 miliardi. Contemplato il doppio binario ma non nella versione che ci si attendeva. Ovvero calcolo delle perdite basato sul fatturato e, in alternativa, prendendo in considerazione anche i costi fissi come emergono dai dati di bilancio, con una procedura che avrebbe dato un quadro più fedele dell’effettivo calo degli utili.
La bozza del decreto Sostegni bis invece prevede che, sì, ci sarà un doppio binario ma il calcolo delle perdite sarà sempre in base al fatturato. I contributi potranno essere automatici (costo 11.150 milioni di euro), con lo stesso schema e lo stesso importo di quello di marzo; oppure si può optare per ristori “alternativi” ovvero un contributo a fondo perduto ai titolari di partita Iva che nel secondo periodo d’imposta antecedente l’entrata in vigore del presente decreto non abbiano registrato ricavi superiori ai 10 milioni di euro e che abbiano subìto una perdita del fatturato medio mensile di almeno il 30 per cento nel periodo compreso dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 rispetto al periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020.
Arriveranno poi lo stop alla prima rata Imu, 600 milioni per ridurre la Tari, l’azzeramento del canone Rai per alberghi, bar e ristoranti, e l’esonero della tassa sui tavolini fino alla fine dell’anno. Tutti interventi, però questi, che potrebbero trovare spazio nel decreto Sostegni bis attualmente all’esame in Senato. Il credito di imposta per gli affitti commerciali ci sarà per altri 5 mesi, da gennaio a maggio. Si spinge su start up e pmi innovative: chi investe in queste realtà non pagherà fino al 2025 l’imposta al 26% sulle plusvalenze. Si tratta di un’agevolazione temporanea e che prevede alcuni paletti: le plusvalenze devono essere reinvestite in start up o pmi innovative e devono essere possedute per almeno tre anni.
Tutti coloro che hanno meno di 36 anni e comprano una prima casa potranno accedere al Fondo di garanzia sui mutui per la prima abitazione. Gli under 36 non dovranno inoltre pagare l’imposta di registro e l’imposta ipotecaria e catastale e vedranno dimezzati anche gli onorari notarili. Previsti interventi per incentivare la patrimonializzazione delle imprese: si va da una speciale garanzia su “basket bond”, portafogli obbligazioni emessi dalle medie imprese per “programmi qualificati di sviluppo” a una sui “grandi portafogli di finanziamenti per progetti di ricerca e sviluppo”. Fino al ritorno dell’Ace “innovativa”.
In arrivo la proroga al 30 settembre 2021 dello smart working, anche in assenza degli accordi individuali, nel settore privato. Rinviata di altri sei mesi la plastic tax che entrerà in vigore il primo gennaio 2022 e non più il primo luglio di quest’anno. Per le famiglie ci sono due nuove mensilità di reddito di emergenza ‘allargato’, con norme che consentono di accedere più facilmente al sostegno economico, e vengono stanziati 500 milioni per aiuti alimentari e contributi per gli affitti. Previsto anche un fondo da 61 milioni di euro per risarcire le società sportive, professionistiche e dilettantistiche, dei costi sostenuti per i tamponi, indispensabili a permettere lo svolgimento delle competizioni.